Maria Barbal, Come una pietra che rotola
Marcos y Marcos, 152 pagine, 14,00 euro
Questa pietra di frana è il libro di esordio di una notevole scrittrice catalana, che per lungo tempo ha narrato campagne e monti del suo paese prima di arrivare a Barcellona e alla sua confusione o modernità, come già accade nelle ultime pagine di questo romanzo in prima persona che sembra una storia vera.
Conxa viene affidata dai suoi genitori, contadini poveri, a una zia senza figli e al marito di lei, contadini anche loro in un paese distante, e cresce tra campi e animali, in una Spagna arcaica e dura. E quand’è tempo si sposa con un giovane muratore e falegname, da cui avrà tre figli e che, quieto repubblicano, sarà ucciso durante la guerra civile.
Conxa invecchia, gli zii muoiono, e le figlie e il figlio si sposano. Lei finirà i suoi giorni in una portineria della grande città, quando dalla campagna ormai fuggono tutti. “Barcellona, per me, è una cosa molto buona. È l’ultimo gradino prima del cimitero”.
Forse Maria Barbal ha pensato a Un cuore semplice di Flaubert, di cui non ha ovviamente la misura stilistica. Ma si capisce il grande successo che in patria arride da anni a questo romanzo tutto al femminile, narrazione di un passato che ha riguardato milioni di persone – il mondo contadino e la sua fissità, bellezza, durezza – e che, in Europa, non sembra riguardare più nessuno.
Internazionale, numero 865, 24 settembre 2010
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it