Christos Ikonomou, Qualcosa capiterà, vedrai
Editori Riuniti, 224 pagine, 15 euro
Bentornati, Editori Riuniti. Si hanno strane impressioni leggendo questi racconti, di incubo di un presente e di un futuro dove la lotta per la vita torna a essere quella di una società di lupi, per noi italiani memento su quanto potrebbe accaderci, che sta probabilmente per accaderci: la Grecia è a due passi, e su un buon domani non c’è da scommettere.
Ikonomou narra storie di uomini, donne e bambini nelle spire del bisogno, di buoni e di cattivi e di trucidi, di fame e di violenza e di improvvise e lancinanti tenerezze, nel bisogno di solidarietà, di amore, di rivolta. Di solidarietà (di calore degli altri) soprattutto. Giornalista e traduttore quarantenne, l’autore ci introduce a un mondo che la stragrande parte di noi ha dimenticato o pretende di ignorare, quello della povertà quando la povertà non può permettersi regole e fatica a mantenersi morale.
Questi racconti possono essere uno shock, per noi lettori italiani, e si direbbe che vogliano esserlo, facendo ricorso ai modelli di una letteratura più o meno dimenticata, antica (un iperrealismo che non rinuncia agli effetti forti e mira a mettere a disagio il lettore, un’indignazione ora velata ora esplicita ora oratoria, un neorealismo senza zavattinismo). Qualcosa capiterà, ma in direzione della giustizia? O in quella di un’ulteriore barbarie?
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