Giuseppe Catozzella, Non dirmi che hai paura

Feltrinelli, 236pagine, 15 euro

“Un’eroina del nostro tempo”, si dice nella bandella del libro di questa ricostruzione insieme libera e documentata della breve esistenza di Samia Yusuf Omar, la ragazza somala che prese parte alle Olimpiadi di Pechino e sognava di correre a quelle di Londra, morta nel nostro mare “mentre tentava di raggiungere le funi lanciate da un’imbarcazione italiana”.

Per raccontare la sua storia – che è storia, a Mogadiscio, di lotte intestine e di sopraffazione integralista – Catozzella ha scelto di ricorrere alla prima persona singolare, come fosse la stessa Samia a raccontarsi e noi scoprissimo con lei, anno dopo anno della sua breve vita travagliata e purtroppo esemplare, il contrasto atroce tra sogno e realtà, la bellezza e l’orrore del mondo in cui viviamo oggi e proprio oggi: un mondo di cui dovremmo farci carico e sentire il peso. In questa narrazione ci sono molto pudore e molta tenerezza, e l’indignazione e commozione non sono esibite ma appaiono vere e profonde, sul filo di rasoio di una partecipazione che rischiava l’indebito uso del dolore altrui, come accade in tanto giornalismo e in tante associazioni, e insomma tra i “buoni”.

Tra candore e mestiere, Catozzella vince la sua scommessa, e ci regala un libro semplice e sincero, che dovrebbero leggere i nostri figli e nipoti. Per capir meglio in che tempi viviamo, e le nostre adulte viltà.

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