Tobias Wolff, La nostra storia comincia
Einaudi, 298 pagine, 21 euro
Nel 2013 il Nobel ha incoronato una grande scrittrice di racconti, Alice Munro, che ha un solo rivale alla sua altezza, Tobias Wolff, il quale a sua volta merita il premio. Wolff è certamente meno minuzioso e misantropo di Munro, e propone ambienti e personaggi più vari, secondo una molteplicità di esperienze vissute che include molti anni tra esercito e accademia militare.
Rispettoso dell’antica regola degli autori di racconti – il pugno che va prima o poi tirato in faccia al lettore, l’effetto-sorpresa teorizzato da W.C. Williams – Wolff presenta in questa raccolta una galleria di situazioni tutte coinvolgenti e spesso sorprendenti, storie comuni e storie bizzarre, di soldati e intellettuali e di persone qualunque angustiate da tensioni intime ed esterne, rapporti delicati e morbosi, bisogni o obblighi di mentire e mentirsi. Si esplode o si sta per esplodere, la crisi è sempre incombente e a volte rilevatrice, liberatoria.
Quasi tutti i racconti sono belli e affascinanti.
Volendo segnalarne qualcuno, ecco i miei preferiti: Gioia da soldato, sulle menzogne della vita militare; Il fratello ricco di fronte a quello nevrotico e misticheggiante; Quella stanza, un gioiello dei racconti di formazione; Il beneficio del dubbio, su una Roma più veritiera di quelle raccontate da tanti scrittori romani; e infine il primo, sull’atroce mondo dei prof universitari.
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