Il problema che il trattato sui missili a medio raggio avrebbe dovuto risolvere, quando il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan e quello sovietico Mikhail Gorbačëv lo firmarono nel 1987, era il “tempo di preavviso”.

Ai piloti di cacciabombardieri servivano varie ore per raggiungere la Russia dagli Stati Uniti e viceversa, e perfino i missili balistici intercontinentali (Icbm) avrebbero avuto bisogno di 30-35 minuti. Questo avrebbe dato ai comandanti della potenza nucleare attaccata a sorpresa il tempo sufficiente per ordinare una rappresaglia prima di morire.

Invece i missili balistici a medio raggio (Irbm), con base in Europa, potevano raggiungere le capitali, i centri di comando, le piste di decollo e i lanciamissili della parte avversa in dieci minuti: appena il tempo sufficiente per mettersi la testa tra le ginocchia e dire addio al proprio culo, come si diceva allora.

L’epoca degli SS20 e dei Pershing II
Gli Irbm spingevano ad avere il grilletto facile. Avevi forse cinque minuti per decidere se fidarti dei dati provenienti dai tuoi radar o dalla tua sorveglianza satellitare prima di decidere se lanciare o meno il tuo contrattacco nucleare. Il che rende ancora più strano il fatto che siano stati i russi a prendere l’iniziativa e a introdurre gli Irbm in Europa.

Li ribattezzarono Ss20, e misero tutte le capitali dei paesi europei membri della Nato in una posizione tale da avere dieci minuti di preavviso prima della loro estinzione. Ma la stessa Mosca avrebbe avuto solo dieci minuti di preavviso una volta che gli Stati Uniti avessero sviluppato i loro Irbm (chiamati Pershing II), istallandoli in Europa.

Però gli Stati Uniti non sono in Europa, e solo gli Icbm dell’Unione Sovietica potevano raggiungerli. Qualunque cosa fosse accaduta agli Irbm in Europa, gli Stati Uniti avrebbero comunque avuto un “tempo di preavviso” di oltre mezz’ora. I russi furono particolarmente sciocchi ad avviare questo specifico capitolo della corsa agli armamenti.

Il trattato Inf è stato il primo grande segnale che la guerra fredda stava finendo

A metà anni ottanta Mosca stava cercando una via d’uscita da questa situazione e Ronald Reagan, che odiava le armi nucleari, fu felice di aiutarla. Nel 1987 lui e Gorbačëv firmarono il trattato Inf, che vietava tutti i missili balistici terrestri a “medio raggio” (con gittata tra i cinquecento e i 5.500 chilometri).

Furono messi al bando anche tutti i missili da crociera (cruise) terrestri di analogo raggio, anche se questi, di velocità relativamente ridotta, non posero mai un problema di “tempo di preavviso”. Il trattato Inf è stato il primo grande segnale che la guerra fredda stava finendo: nei due anni successivi furono distrutti 2.700 missili e tutti vissero felici e contenti. Più o meno.

E quindi perché oggi hanno ucciso il trattato Inf?

La risposta è a Pechino
I russi hanno cominciato a gingillarsi con un missile da crociera navale che ha una portata di varie migliaia di chilometri. La cosa è legale in mare, ma poi hanno effettuato un lancio di prova dello stesso missile da un lanciatore mobile di terra. Per questo test si sono tenuti al di sotto del limite di cinquecento chilometri previsto dall’Inf per i missili da crociera terrestri. Ma il test ha provato che i missili possono funzionare con qualsiasi gittata.

Una mossa stupida e sgradevole, ma gli esseri umani sono così. Stiamo parlando di missili da crociera, quindi senza alcun impatto sul tempo di preavviso, e che non darebbero alla Russia alcun vantaggio strategico. Perché Vladimir Putin non ha semplicemente messo fine a questa sciocchezza, magari scusandosi?

Ci sono persone a Washington, e sicuramente anche a Mosca, che sarebbero felicissime di poter attaccare Pechino senza preavviso

Lo stesso vale per gli Stati Uniti: l’accordo Inf è prezioso, e l’infrazione della Russia è discutibile dal punto di vista legale ma strategicamente irrilevante. Perché non hanno trovato il tempo di discutere la questione e tenere in vita il trattato?
Il motivo è la Cina. Tutti i trattati di controllo delle armi della fine del ventesimo secolo sono stati firmati in un mondo bipolare: gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica erano gli unici attori davvero importanti. Adesso anche la Cina conta, e il controllo delle armi diventa un “problema tripartito”, dunque di difficilissima soluzione

La risposta logica sarebbe semplicemente includere la Cina nell’accordo. Neanche Pechino vuole vivere in un mondo dove ha solo dieci minuti di preavviso. Probabilmente aderirebbe alle condizioni dell’Inf, a patto che Stati Uniti e Russia siano disposti a garantirle condizioni di parità in altri armamenti. Si potrebbe perfino approvare un nuovo divieto verso i missili “ipersonici” di medio raggio, che altrimenti minaccerebbero tempi bellicosi negli anni a venire.

Ma ci sono persone a Washington, e sicuramente anche a Mosca, che sarebbero felicissime di poter attaccare Pechino senza preavviso. Per poterlo fare bisognerebbe smantellare l’Inf, perché sarebbe necessario installare in Asia dei missili balistici a medio raggio. Purtroppo queste persone hanno vinto il dibattito, perché nessun altro si è mostrato abbastanza interessato.

Una memoria troppo corta
L’ex segretario di stato degli Stati Uniti George Shultz, che aveva negoziato il trattato Inf, ha recentemente dichiarato a Voice of America che “vedere affossare una cosa come l’Inf, senza che nessuno reagisca, mostra a che punto le persone hanno dimenticato il potere di queste armi. Arriverà il giorno in cui sarà troppo tardi”.

La guerra fredda è finita da trent’anni e gli esperti negli apparati militari negli Stati Uniti e in Russia che stanno lasciando morire l’Inf stanno tradendo la nostra fiducia. Stanno costruendo la loro carriera su nuove armi, nuove strategie e nuove minacce, e hanno dimenticato la paura della guerra nucleare.

Quindi non date la colpa a Donald Trump, a John Bolton o Vladimir Putin, i quali non fanno altro che ripetere i loro discorsetti bellicosi. Date la colpa ai carrieristi: sono loro che dovrebbe fare di meglio.

(Traduzione di Federico Ferrone)

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