Da qui in poi entriamo nella Fase 2. Nelle prime diciannove settimane avete fatto degli esercizi concepiti per mettervi in moto, per darvi delle idee se non le avevate o per allargarvi gli orizzonti e aggiungere elementi nuovi ai progetti che avevate già ideato.

Ma vi avevo avvertito che sarebbe arrivato il momento di mettersi sotto, e adesso ci siamo. La Fase 2 è difficile e al tempo stesso eccitante. Rien ne va plus. Anche se avete già un’idea abbastanza dettagliata del vostro futuro romanzo, nel profondo del cuore sapete che, nel momento in cui vi metterete davvero a scrivere, tutto potrà ancora succedere.

Ed è proprio questo ciò che gli scrittori intendono quando parlano di un personaggio spuntato all’improvviso o che si è imposto con le sue idee personali. Non si tratta di possessione demoniaca, ma di un’alchimia splendida che a volte, nel bel mezzo della scrittura, semplicemente accade.

Facciamo finta che stiate scrivendo una scena su due personaggi che litigano per stabilire a chi tocca andare a buttare l’immondizia. D’un tratto salta fuori che Tizia non vuole andarci non perché piove, ma perché teme d’imbattersi nel vicino Caio che può rivelare a Sempronio alcune cose… e via dicendo. Potrebbe quindi capitarvi che Caio assuma un gran peso nella storia e questo in conseguenza della litigata tra Tizia e Sempronio.

Le idee su cosa scrivere, così come il rendersi effettivamente conto di ciò che state davvero mettendo sulla pagina, vengono solo dopo aver cominciato. E questa è una frase che, penso, mi farò tatuare sulla fronte.

Adesso partiamo con la Fase 2. Tirate fuori l’agenda e sfogliatela con attenzione; individuate tutto ciò che nelle prossime dieci settimane potreste cancellare e cancellatelo. Siate spietati. Quel weekend fuori che in realtà non volete fare? “Spiacente, ma entro nella Fase 2, perché non rimandiamo ad agosto?”. La partita di calcetto martedì sera? “Mi sono stirato un polpaccio e il medico mi ha detto di non giocare per le prossime, to’, dieci settimane”. Gli studi? Beh, in questo il calendario aiuta.

Dopo che vi sarete scusati proprio con tutti, voglio che valutiate sinceramente quanto tempo avete a disposizione e vi poniate un obiettivo settimanale, a vostra scelta. A me piace darmi obiettivi alti pur sapendo che probabilmente non ce la farò; in ogni caso lascio a voi la scelta di dove posizionare la sbarra. Siate comunque ambiziosi: è solo per dieci settimane e ne ricaverete in proporzione a quanto avete dato.

Nel frattempo vi assegnerò, come al solito, alcuni esercizi per offrirvi lo stesso degli spunti se siete a carburazione lenta. Tuttavia, che decidiate o no di farli, voglio che scriviate almeno un brano del romanzo ogni settimana e voglio che lo facciate come vi viene. Se, per esempio, avete in testa una scena drammatica che capita verso la fine (l’incidente di un autobus al penultimo capitolo), se vi va scrivetela anche se non sapete cosa ci sarà prima. Se invece vi è venuto in mente un flashback ma non sapete in che punto lo piazzerete, scrivetelo comunque.

Non preoccupatevi di fare le cose in ordine cronologico. Probabilmente c’è un’immagine che volete descrivere: un palazzo, un cappello alla rovescia o un panorama di case bianche su una collina della Grecia. Non avete idea di dove finirà nel vostro libro, ma solo la sensazione che da qualche parte starà bene. Forza, mettetevi a scrivere.

Andate avanti a raffica. Il vostro obiettivo nelle prossime dieci settimane è quello di buttar giù più parole possibile, accumulare il materiale per il libro senza censurarvi e senza nessuna ansia su come, o perfino su se, quelle parole saranno o no nel prodotto finale. Scrivete ciò che vi pare, basta che abbiate una vaga idea che alla fine potrebbe far parte del libro.

Dopo dieci settimane, tireremo il fiato e guarderemo il lavoro svolto, però fino ad allora andate avanti in modo entusiasta, selvaggio e assolutamente non pianificato. La prossima settimana daremo una nuova occhiata allo sviluppo del personaggio per aiutarvi nel cammino.

Internazionale, numero 646, 15 giugno 2006

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