Bersani aveva la scheda con il terno al lotto in tasca, e se l’è persa. Ricorda molto la storia del 2006. Errare humanum, perseverare diabolicum. Il Pd aveva avuto una rimonta spettacolare grazie alle primarie, in dicembre il centrosinistra era al 40 per cento e il Pd al 35.

Ora chiude al 25 per cento, grazie ad una campagna elettorale semplicemente non fatta. A livello tecnico hanno pensato che il Pd con le primarie si era creato un database di 3,2 milioni di persone, ma poi non hanno saputo sfruttarlo. Le prime mail agli elettori simpatizzanti sono arrivate appena dieci giorni fa. Ma anche a livello di contenuti, qual era la proposta? Smacchiare il giaguaro, va bene.

Ma chi ha letto l’opuscolo preparato per candidati ed attivisti con le “risposte” del Pd ha trovato il vuoto pneumatico. Neanche una parola d’odine, uno slogan, una proposta forte, ma semplicemente la speranza di essere comunque i migliori.

In un paese scosso dalla crisi, furibondo con tutta la classe politica (e non solo con quella di centrodestra) è troppo poco. Ora il Pd ha lasciato il posto di primo partito al Movimento 5 stelle: è ora di riflettere, non di recriminare.

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