Non c’è niente di più pericoloso di un leader stupido
Come avrete notato, c’è un bel po’ di stupidità in giro per il mondo. Per fare un esempio ovvio, considerate quello che il giornalista Josh Marshall, ispirandosi al principio filosofico del “rasoio di Occam”, chiama“il rasoio di Trump”: quando cerchiamo di decodificare le azioni del presidente, è sempre più probabile che la spiegazione giusta sia la più stupida che ci viene in mente.
Qualcuno sostiene che dovremmo essere contenti di avere leader stupidi, perché questo li rende meno pericolosi, pensate se fossero abbastanza intelligenti e determinati da mettere in atto le loro idee peggiori! Ma il defunto economista italiano Carlo Cipolla non la pensava così. Nel 1976 pubblicò un saggio ironico che nell’era di Trump sta suscitando nuovo interesse. Le leggi fondamentali della stupidità umana avanza l’allarmante teoria che le persone stupide sono di gran lunga le più pericolose.
Cipolla dà anche una definizione tecnica dello stupido: è una persona che “causa un danno a un’altra persona o a un gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita”, cioè l’opposto del “bandito”, che almeno cerca di guadagnare qualcosa a danno degli altri. “Giorno dopo giorno siamo condizionati in qualunque cosa facciamo da gente stupida che invariabilmente compare nei luoghi meno opportuni”, scrive.
Inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero degli stupidi in circolazione
Il problema è in parte che diamo per scontato che certi tipi di persone – gli accademici, i potenti, i professionisti in giacca e cravatta, quelli che condividono le nostre idee politiche – non possono essere stupide. In realtà, sostiene Cipolla, la stupidità esiste in tutti i segmenti della popolazione. Solo che le persone non stupide non se ne rendono conto, e quindi sono destinate a sorprendersi ogni volta. “Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero degli stupidi in circolazione”.
Quello che rende gli stupidi così pericolosi è che non ci si può basare sull’interesse personale per prevedere e spiegare le loro azioni. “Una persona intelligente può comprendere la logica di un bandito”, scrive Cipolla. “Le azioni di un bandito seguono uno schema razionale, di una razionalità perversa, se vogliamo, ma comunque razionale”. Quelle dello stupido no (alcune delle scelte politiche di Trump sembrano calcolate per garantirgli un vantaggio personale, ma molte altre no: perché provocare inutili tensioni politiche, o fare di tutto per sembrare più colpevole possibile in quello che è stato definito il Russiagate?).
Il risultato è che la stupidità arriva al potere perché le normali regole strategiche non vengono applicate. “A causa del comportamento erratico dello stupido, non è possibile prevedere tutte le sue azioni e reazioni, e prima o poi si rimarrà triturati dalle sue imprevedibili decisioni”.
C’è una sorta di gelido conforto nel vivere in un mondo gestito da furfanti, che forse spiega anche il fascino che esercitano le teorie del complotto: abbiamo la sensazione che al comando ci siano degli adulti, anche se perversi. La stupidità non ci lascia neanche questa consolazione.
È inquietante pensare che qualsiasi cosa terribile accada nel mondo non è nell’interesse di nessuno. E che i nostri sforzi per capire che quello che sta succedendo, o che potrebbe succedere, saranno sicuramente inutili, perché stiamo cercando di indovinare quali sono le regole del gioco, mentre il vero problema è che non c’è nessuna regola.
(Traduzione di Bruna Tortorella)
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano britannico The Guardian.