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Toxic jungle
Di Gianfranco Quattrini. Con Robertino Granados, Manuel Fanego, Emiliano Carrazone, Camilla Perissé. Italia/Argentina/Perù, 2014, 87’

È un film on the road ambientato in Amazzonia e, nello stesso tempo, il viaggio interiore di Diamond Santoro, un anziano musicista debilitato da un infarto e moralmente distrutto dalla morte, quarant’anni prima, del fratello, con il quale aveva messo su una rock band di successo: Los Hermanos Santoro. Diamond è accompagnato da un’amica dell’epoca con il suo attuale compagno, il cui fratello minore lo venera come una leggenda del rock. L’atmosfera del film è sinistra e opprimente, intrisa di violenza fisica e sofferenza esistenziale.

I protagonisti vagano per l’Amazzonia nell’impossibile tentativo di riparare, o ricostruire, un passato penoso che torna a galla in innumerevoli flashback. Solo alla fine, il protagonista si sottopone alle cure di un guaritore indigeno che, con erbe medicinali e arti sciamaniche, scatena una catarsi psichica che gli fa ritrovare la pace interiore. Toxic jungle è girato con stile e competenza tecnica, mostra con passione ed eloquenza le piccole città dell’America Latina, i suoi abitanti e la grande natura primitiva e selvaggia delle zone più remote tra Argentina e Perù. Un film ben fatto, ma alla lunga piuttosto faticoso e angosciante.

Questo articolo è stato pubblicato l’8 luglio 2016 a pagina 84 di Internazionale, nella rubrica Italieni. Compra questo numero | Abbonati

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