Negli anni sessanta il comico Fernand Raynaud (1926-1973) faceva ridere i francesi impersonando “un povero contadino proprietario di 89 ettari” che dichiarava: “Un tempo il grano pagava bene, adesso non più”. Nonostante l’età, me lo ricordo ancora.
A quanto pare ormai neanche la politica paga più. Infatti il 1 ottobre la camera dei deputati ha definitivamente adottato un nuovo schema retributivo che fissa a 240mila euro l’ammontare massimo dello stipendio di un dipendente. Un risparmio di cento milioni di euro per il periodo 2015-2018, secondo i calcoli della sua presidente Laura Boldrini.
Finora gli stipendi, le gratifiche e le pensioni dei mille dipendenti della camera assorbivano più del 50 per cento del bilancio di questa nobile assemblea, stimato in un miliardo di euro all’anno.
D’ora in poi (ma senza contare le eventuali indennità di funzione) un consigliere non potrà guadagnare più di 240mila euro all’anno a fine carriera, un archivista si dovrà accontentare di 166mila euro, le segretarie di 115mila, i vari collaboratori di 106mila e i tecnici di 99mila. Fino a oggi barbieri, elettricisti, autisti e centralinisti con 40 anni di anzianità potevano arrivare a guadagnare 136mila euro all’anno. Inutile dire che i posti erano rari e gelosamente custoditi.
Un altro effetto della riduzione del costo della politica è che 42 collaboratori (su 120) di Forza Italia, partito fondato da Berlusconi nel 1994 e rilanciato nel 2013, hanno ricevuto la lettera di licenziamento.
Le cause sono i cattivi risultati di questa formazione alle elezioni del 2013 che li priva dei rimborsi sperati, l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, prevista per il 2017, la limitazione delle donazioni individuali e probabilmente anche le prospettive future dell’ex Cavaliere, che si riducono via via che la sua età aumenta. Gli impiegati del partito si rivolgono a lui per ricevere aiuto, ma per ora senza successo.
-(Traduzione di Andrea De Ritis)
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