Che contributo potrà dare il balcone alla nostra cucina? Non certo l’autosufficienza orticola: pochi dispongono di terrazzi che sono veri e propri giardini pensili. Potremo però coltivarci quel minimo che fa la differenza. Almeno per i più raffinati, convinti che non contino tanto i sapori, quanto le sfumature.
Prendiamo la minestra di lenticchie: una grattugiata di scorza di limone, e di colpo tutto cambia, grazie a quel non so che a cui dobbiamo lo scarto tra un piatto mediocre e uno interessante.
Peccato che, al momento buono, trovare un limone non trattato sia quasi impossibile. Ma se ne avremo in vaso una bella pianta, che per l’intero corso dell’anno mantiene in contemporanea frutti, fiori e bocci, saremo salvi. Scegliamo la varietà Florentina, discendente dal Femminello comune, tra le prime introdotte in Italia.
Se per i limoni il clima è troppo rigido, possiamo provare con un altro agrume: il kumquat (Fortunella margarita), più rustico e dai piccoli frutti, deliziosi da mangiare, anche con la buccia. Questa può anche essere grattugiata e usata in altri piatti.
Passiamo alle insalate: ci vorrà un inverno davvero siberiano, per non potersi godere, seminandole ora, le foglioline croccanti della valerianella. Prendiamo un paio di cassette, riempiamole di buon terriccio sciolto a cui avremo mescolato una manciata di stallatico secco, e seminiamo a spaglio. In meno di venti giorni, avremo le prime piantine, che ci faranno compagnia a lungo, a patto di staccare con attenzione le foglie più grandi una per una man mano che crescono.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it