1. Francesco Buzzurro, Hava nagila
Dimagrire danzando. Dopo l’abbuffata di canzoni natalizie a sfondo biblico, laico e gastronomico, serve almeno il proposito di una dieta parca, a base di chitarra ipocalorica, ecosostenibilmente acustica e di melodie multietniche. Come questo inno alla gioia da matrimoni ebraici, da L’esploratore, ultimo album del siculo Francesco Buzzurro. Un tormentone di origine ucraina che il chitarrista classico di lungo corso aggancia al suo trenino di cover brasiliane, argentine, russe e cinesi: un Internazionale a sei corde, di ascolto assai gradevole.
2. The Flaming Lips, Breathe (feat. Henry Rollins and Peaches)
Respirare ricordando. La cosa più buffa, dopo la scelta degli alt-psichedelici Flaming Lips di rifare tutto The dark side of the moon dei Pink Floyd in versione strambissima, sono i commenti infuriati dei puristi. Come se il capolavoro non si dovesse toccare. Sarebbe questo il rispetto? La band di Wayne Coyne è piena di deferenza verso l’originale. Ne stravolge gli arrangiamenti con spirito kamikaze, accettando di buon grado di disintegrarsi nell’atmosfera pur di rendere un omaggio al lato oscuro e fascinoso dei propri idoli.
3. Tetine, Tropical punk
Pensare avanzando. Per il nuovo anno, pescare qualcosa di nuovo, un debutto dal nuovo Brasile, un duo maschiofemminile: Eliete Mejorado e Bruno Verner. Come due cittadini moderni rigeneratisi in mezzo alla natura, Adamo ed Eva decostruiti, un po’ baile funky un po’ Talking Heads: il loro post-tropicalismo promette bene. From a forest near you uscirà a febbraio. Intanto il loro singolo si è già insinuato nella giungla di YouTube, e sparpaglia feromoni interessanti: caloroso, ritmico, intelligente, felpato. Come si spera sia la vita nel 2010.
Internazionale, numero 828, 8 gennaio 2010
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