1. Eels, High and lonesome

Pioggia battente. Passi, presumibilmente nella notte. Il rintocco di un orologio. Qualcuno bussa alla porta. Un piccolo racconto muto in mezzo a un album di lamentele: End times, ultima opera di un Mr. E anche più tristanzuolo del necessario. Ma come un Nebraska di Bruce Spring­steen, come un Rain Dogs di Tom Waits: ci sono album stranamente confortevoli da giornate fradicie, per sentirsi hobos rifugiati su un treno merci. Ma da qualche parte c’è sempre qualcuno che sta peggio, e che si sente di tirarne fuori, misteriosamente, una musica.

2. The Unwinding Hours, There are worse things than being alone

Pioggia scozzese, gelida e dolcissima dai due ex Aerogramme di Glasgow, che pubblicano per la Chemikal Underground, etichetta specializzata in sublimi e sofisticate malinconie. Un registro espressivo nordeuropeo, a tratti vicino all’Islanda dei Sigur Rós (soprattutto in Knut, che si trova in download gratuito): soavi folate di solitudine e chitarra acustica che lievitano in occasionali tempeste elettroniche. È la meteorologia canaglia di terre lontane, con una pozzanghera per ogni abitante.

3. Beach House, Norway

E insomma: non c’è più geografia. I Sigur Rós vengono usati in chiave melassosa a Sanremo, la nebbia sparisce dalla val Padana, e perfino il duo di pop onirico nato a Baltimora sceglie, per il singolo, di rifarsi agli umori nordici della terra di Henrik Ibsen. Di certo, questi Teen dreams con cui i due (Victoria Legrand, voce notevole, e Alex Scally) intitolano il nuovo album non riguardano spiagge spensierate. È più un rodeo sulle nuvole in movimento nel meteo variabile dell’adolescenza: prima o poi se ne casca, ma cavalcarle, proprio per questo, merita.

Internazionale, numero 835, 26 febbraio 2010

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it