1. InventaRio, Con me (Sou eu)

“E appena avrai ai piedi tutti quanti / lascerai spasimanti / dietro teeeh…”. Sembra di seguire la scia di cocco e tabacco della Ornella Vanoni periodo bossanova anni settanta (La voglia l’allegria…) e invece, a parte il superospite Chico Buarque, è cosa nostra, e fresca: Giovanni Ceccarelli (pianoforte e tastiere) Ferruccio Spinetti (basso di Musica Nuda), Francesco Petreni (batteria e percussioni) e Dadi (voce, mandolino e chitarre). Gran musicisti alle prese con il canzoniere di Ivan Lins. Italia-Brasile: ogni volta che non è calcio, è una storia d’amore.

2. Tinkara e Ian Anderson, Maldamore (Dor di amor)

Tropical kitsch di livello, ad alto chilometraggio, e con un’aria di casa, dalla raccolta (di concezione e produzione tutta italiana; e compaiono da Gino Paoli a Stefano Bollani, e da Iva Zanicchi a Fabio Concato) Capo Verde terra d’amore volume 3: una struggente ballata dall’isola della compianta Cesária Évora, trasfigurata dalla rockstar slovena in compagnia del leader dei Jethro Tull, massimo virtuoso veterorock del flauto traverso. Omaggio reso nobile dal fatto che la cantante caboverdiana era una fan della band di Thick as a brick.

3. Neil Young & Crazy Horse, Oh Susannah

Well I came from Bananarama with my banjo on my knee? Dovrebbe essere un classicone americano, e invece finisce, nelle mani molto inclini al gesto spiazzante del buon vecchio canadese, per somigliare nel refrain più alla classica Venus degli olandesi anni settanta Shocking Blue, già convertita in disco dance dalle inglesine degli eighties. La più umorale delle cover diventa così un bocconcino di slow rock crepuscolare (eseguito con la sorniona maestria di un gattone) in anticipo di un mese sul prossimo album: Americana.

Internazionale, numero 948, 11 maggio 2012

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