Nei prossimi mesi il Brasile potrebbe assistere a una grave crisi in Bolivia, paese confinante e di una grande rilevanza strategica. Gli eventi degli ultimi mesi hanno risvegliato la preoccupazione per la sua stabilità politica ed economica. La tensione è esplosa alla fine di giugno con il tentativo di colpo di stato da parte del comandante dell’esercito Juan José Zúñiga, su cui non è ancora stata fatta chiarezza. Il declino dell’industria degli idrocarburi e la crescita del deficit a partire dal 2023 sono stati i primi segnali della fine di un’era. Il governo di Luis Arce, del Movimento per il socialismo (Mas, sinistra), si è progressivamente indebolito e oggi assiste inerme alla fine di un lungo periodo di stabilità sociale e di prosperità che ha permesso di dare diritti alla popolazione nativa e di ridurre la povertà.
A El Alto, nella regione metropolitana di La Paz dove vivono i lavoratori e gli abitanti meno benestanti, le tracce di quest’epoca di crescita economica sono i variopinti cholet, edifici moderni ispirati alle forme e ai colori dell’arte tradizionale andina. Ma chi visita El Alto nota soprattutto le proteste e i picchetti. La crisi sociale va di pari passo con la riduzione dei sussidi per i combustibili, e con le file per comprare alimenti e per ritirare soldi. La causa principale della crisi è la carenza di dollari sul mercato. Le banche hanno applicato una specie di corralito informale, un congelamento dei conti correnti, limitando le operazioni nella valuta statunitense. Negli ultimi mesi diverse categorie, dai professori ai sindacati dei trasporti, hanno organizzato proteste.
Le tensioni tra l’attuale presidente Luis Arce e l’ex leader e alleato Evo Morales sono sempre più preoccupanti. Vale la pena ricordare che Arce è stato ministro dell’economia nel governo di Morales, quando la situazione nel paese era migliore. Oggi i due politici sono i protagonisti di una scissione all’interno del Mas. Questa situazione ha creato due fazioni anche in parlamento, una paralisi che influenza inevitabilmente l’economia nazionale.
Sotto inchiesta
Arce punta il dito contro “l’opposizione evista”, accusandola per esempio di aver bloccato l’approvazione degli investimenti e dei prestiti provenienti dall’estero, che in teoria potrebbero risanare diversi settori dell’economia, come l’industria del litio, di cui la Bolivia è ricca. Morales invece considera Arce un ostacolo al suo progetto di ottenere un quarto mandato presidenziale, vietato dall’attuale costituzione.
◆ Il 27 ottobre 2024 l’ex presidente Evo Morales ha detto che alcuni uomini armati hanno sparato contro la sua auto mentre andava a Cochabamba per un programma radiofonico e ha accusato la polizia e l’esercito. Il governo di Luis Arce ha detto che aprirà un’inchiesta. Bbc
Nelle ultime settimane i manifestanti a favore dell’ex presidente hanno bloccato le strade in diverse zone del paese. Morales si dichiara vittima di una persecuzione politica organizzata da Arce e un bersaglio della magistratura: è sotto inchiesta per lo stupro di una minorenne, che secondo l’accusa risalirebbe al 2016.
Ad agosto del 2025 ci saranno le elezioni presidenziali, ma secondo alcuni Arce potrebbe dimettersi prima. Il Mas è così spaccato che l’organizzazione delle primarie sembra una strada impraticabile. Creato nel 1997 da un gruppo di sindacalisti della regione cocalera (dove si trovano le piantagioni di coca) guidati da Morales, oggi il partito è la prima forza politica della Bolivia. Ma le divisioni interne, e la frammentazione dell’opposizione, lasciano presagire tempi difficili e instabili. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1587 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati