1. Invers, Mio fratello è figlio unico
Deriso declassato frustrato dimagrito malpagato eccetera; a parte Chinaglia e il Frosinone sembra di adesso la canzone-feticcio che lanciò Rino Gaetano nel 1976 e da allora rilascia una sardonica amarezza. Gli Invers, band biellese di cupo talento, inseriscono il pezzo come unica cover nell’album Dal peggiore dei tuoi figli, e lo rivestono di quel suono asciutto e anglo-antiretorico, drum machine e basso chitarra batteria che fa pensare ai Joy Division di Ian Curtis (fratello mancato di Gaetano: due fragili poeti, estinti nel 1980 e nel 1981).
2. Rumatera, Seghe
“De amore se more come Julietta e Romeo / no xe mai morto nissuni co se menava l’oseo”. Che fai se sei un Beastie Boy nato per caso a Cazzago di Pianiga, provincia di Venezia? Inalberi l’asta del toso di campagna, consacri i pomeriggi al culto di Onan, liberi energie consumi elettricità vivi di grappe e di gruppi. Ti metti a suonare sul serio, anni, chilometri, radio tv e tournée, fai tre album (l’ultimo è Xente molesta), rappi in inglese, registri in Texas, fai cose coi Pitura Freska che erano i tuoi idoli, e poi che? Ti meni il cuco, uguale. No xe nulla di demenziale.
3. Albergo Roma, Come farò
Ska rhythm & blues dell’evasore fiscale mancato, angosciato dal trilogy da comprare alla moglie e il pieno da fare al Porsche. Sono brianzoli, e probabilmente tra Casatenovo e Cantù i post-Ranzani si squartano dal ridere su imposte, dazi e gabelle. Autoprodotti aspirando a un rock-cabaret che unisca il sound dei Doors allo spirito di Giorgio Gaber (vaste entreprise), “finalisti al premio Ciampi”. L’album è Solo una stella. Suonano bene, non fanno tanto ridere, non rilasciano amarezza né scontrini. Provarli dal vivo, con una vivace bonarda magari.
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