1. Flo, L’uomo normale
“Io non sono razzista (violento/fascista/arrivista/geloso) però”. E comunque “ho tanti amici gay”. Sono dovunque, sono “everywhere men”. Alcuni li conosciamo, altri a tratti siamo noi, o rischiamo di diventarlo. Poi succede qualcosa, sì, muore anche qualcuno, ammazzato di botte, e allora rivendichiamo una differenza. Ma sarebbe più importante educare contro l’indifferenza, come a suo modo prova a fare Flo, cantautrice napoletana talentuosa e sottotraccia. Primo singolo dal nuovo album, 31Salvitutti, che esce a ottobre.
2. Bedouine, Hurray for the Riff Raff, Waxahatchee, Thirteen
Canzone-culto da ingresso adolescenziale nell’età dell’amore, in origine dei Big Star, meteore degli anni settanta americani, venerati dalle ultime generazioni come manco i Beach Boys, alle radici di power e pop emo. Come un trionfale ritorno a scuola per un gotha di cantautrici cool: la sirianostatunitense Azniv Korkejian (Bedouine), Katie Crutchfield (Waxahatchee), dylanina alt-folk dell’Alabama, e Alynda Segarra, altra alterna-leaderina next gen di New Orleans. Tuttomoltobello.
3. L’Épée, Une lune étrange
È di un anno fa, ma è adatto alle atmosfere da thriller di Mario Bava di questo 2020 onirico, visionario, irrisolto, tutto l’album Diabolique, notturno, citazionista, delizioso nella sua ebbrezza sixties, tra Lee Hazlewood, Serge Gainsbourg, gli Stones di Paint it black e i Beatles di Tomorrow never knows. Formatasi tra Berlino e Perpignan, questa band composta dall’attrice francese Emmanuelle Seigner (la signora Polanski), il prodigio del psych-rock Anton Newcombe (Brian Jonestown Massacre) e i due coniugi francesi The Limiñanas. Magistrale.
Questo articolo è uscito sul numero 1376 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
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