1. Davide Tosches, Nel nero di notte
Cantautore che sa disegnare, che vive infrattato per scelta in un Piemonte rurale, coltivando cavolo nero per la ribollita e occasionalmente conversando, per tormentoni da bacheca, con Ulisse, il suo asino. Dopo anni disillusi, rimette mano al pianoforte degli anni venti e alle memorie dei vent’anni, e scrive, affina, arrangia, coinvolge musicisti amici (escludendo Ulisse, peccato). Ed ecco Sulla Terra, album di ballate mid-tempo, scure in volto, e piene d’amore e di elementi: notte, ombre, luna e falò, o almeno lumicini di speranza là in fondo.
2. The Limiñanas, Calentita feat. Nuria (Unloved remix)
Costa Blanca. Agua fria huevos fritos calamares chipirones. Un po’ di Gainsbourg, un po’ di baccalà alla Mel Ferrer, un mondo di chupa chups e aragoste gonfiabili. Specialità culinarie e suono psichedelico. Cantato maschile in francese, parlato femminile in spagnolo. Spiaggia desolata, sexy e perduta, con marijuana al tramonto. Un modo meno didascalico di rientrare al caldo; Lionel e Marie Limiñana, dai Pirenei: come parenti remoti da cui rifugiarsi. Perfetto per l’inverno il nuovo ep con quattro remix del singolo estivo.
3. Haitch & Rhabdomantic Orchestra, Wonder Us (Renegades of jazz remix)
In studio a Torino, dietro un registratore appartenuto al maestro di musiche da film Piero Umiliani, si ritrova un nastro di glorioso afrobeat anni settanta, poliritmi e chitarra wah wah, e possente voce nigeriana. Riscopre e riscalda di fiati jazz Theo Melody, ex dj di Biella che dopo un’esperienza marsigliese (come un romanzo di Giancarlo Fusco) adesso sta appresso alla morosa austriaca a Melk e ha fondato la Little Beat More, etichetta con “la prima serie di vinili dedicata al vegetarianesimo”. Voglio il mio avocado.
Questo articolo è uscito sul numero 1380 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
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