A memoria di osservatore dell’Europa, è un fatto senza precedenti: esponenti di un governo dell’Unione europea incoraggiano una rivolta in corso in un altro paese dell’Ue. Non si era mai visto! È uno sviluppo che rischia di compromettere ulteriormente i rapporti tra la Francia e l’Italia, già segnati dalla crisi più grave da oltre mezzo secolo.

In passato ci sono state critiche pubbliche e parole molto dure tra i leader politici e in particolare tra Matteo Salvini ed Emmanuel Macron, ma finora si era restati all’interno di uno schema politico relativamente classico.

Il 7 gennaio, però, è stata varcata la soglia con le esternazioni dei due vicepremier italiani, il capo della Lega (estrema destra) Matteo Salvini e Luigi Di Maio, leader del partito populista Movimento 5 stelle, partner della Lega nella coalizione di governo nata a giugno.

Aiuto concreto
Matteo Salvini, alleato di Marine Le Pen al livello europeo, ha manifestato un prudente sostegno ai gilet gialli, pur condannando la violenza, mentre il leader del Movimento 5 stelle non si è fatto nemmeno questo scrupolo. Di Maio ha scritto una lettera aperta ai rivoltosi francesi invitandoli a “non mollare” e offrendo l’aiuto concreto del movimento, in particolare della sua piattaforma digitale per la democrazia diretta.

La situazione è chiaramente fuori da ogni canone diplomatico. È quantomeno stupefacente vedere i leader di un paese dell’Unione sostenere un movimento di un paese vicino che, almeno in parte, vorrebbe rovesciarne il governo.

Per capirci qualcosa, bisogna prima di tutto analizzare il contesto della politica interna italiana, dove la Lega e i cinquestelle sono alleati ma anche “avversari”. In Italia si dice spesso che le due forze di governo rappresentano al contempo il potere e l’opposizione. La coalizione, probabilmente, durerà solo fino a quando uno dei due si sentirà abbastanza forte da romperla. In questo senso la corsa al rilancio tra i due partner nel sostenere i ribelli francesi fa parte di un atteggiamento volto a dimostrare che Lega e cinquestelle non hanno perso la loro fibra “antisistema”.

Alcuni leader della protesta francese potrebbero lasciarsi tentare dalle sirene italiane

Ma c’è anche un altro aspetto da considerare: i cinquestelle stanno cercando di far passare una riforma del referendum in Italia per l’istituzione di quello propositivo. La Lega di Salvini è più reticente. Promuovendo in Francia la sua dottrina partecipativa, Di Maio si rivolge in realtà al suo partner/rivale.

La posta in gioco, tra l’altro, non è solo italiana, ma anche europea. Al livello continentale, infatti, la Lega fa parte di una rete di alleanze di estrema destra, mentre il Movimento 5 stelle è isolato. Offrendo il proprio aiuto ai gilet gialli, Di Maio spera di creare un potenziale alleato.

Agli albori del movimento, alcuni analisti avevano già sottolineato che i gilet gialli francesi somigliavano ai discepoli del comico Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 stelle. In questo senso alcuni leader della protesta francese potrebbero lasciarsi tentare dalle sirene italiane.

Di Maio, e in misura minore Matteo Salvini, stanno soffiando sul fuoco che arde in Francia con obiettivi politici a breve termine. Abbastanza per far sbandare un’Europa che subisce già una pressione populista senza precedenti.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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