I produttori della serie televisiva House of cards hanno dichiarato che non avrebbero mai accettato una sceneggiatura con gli eventi dell’attuale campagna presidenziale statunitense, perché gli sarebbe sembrata troppo inverosimile.

Nel giro di pochi giorni, in effetti, i colpi di scena si sono susseguiti uno dopo l’altro: la morte della giudice della corte suprema Ruth Bader Ginsburg, le rivelazioni sulla dichiarazione dei redditi Donald Trump, il caotico dibattito televisivo tra i candidati e infine la notizia del contagio della coppia presidenziale.

Ognuno di questi eventi sarebbe bastato per far deragliare una classica campagna elettorale, e invece gli statunitensi sono talmente abituati a un contesto politico disfunzionale che niente può più sorprenderli o alterare in modo decisivo la situazione.

L’importanza dei grandi elettori
I primi sondaggi dopo il ricovero di Trump indicano una sorprendente stabilità, anche se la maggioranza degli americani ritiene che il presidente avrebbe dovuto difendersi meglio dal virus.

L’unica certezza, al momento, è che Joe Biden vincerà il voto popolare, ma non dobbiamo dimenticare che negli Stati Uniti il voto non è nazionale. Anche Hillary Clinton aveva ottenuto un vantaggio nel numero di voti, ma alla fine Trump ha prevalso grazie ai grandi elettori.

Trump trasformerà la sua malattia in un successo personale

La partita, insomma, si gioca in un numero limitato di stati. Secondo i sondaggi condotti finora, Trump è riuscito a conservare la sua base elettorale nonostante comportamenti e dichiarazioni assolutamente discutibili. Lo stesso Trump, in passato, ha dichiarato che non avrebbe perso un voto nemmeno se avesse sparato a un passante sulla Quinta strada. Quella spacconata non è molto lontana dalla realtà.
Nel panorama diviso degli Stati Uniti i sostenitori del presidente bollano come fake news qualsiasi informazione negativa su Trump, anche quando i fatti sono indiscutibili.

Arrivati sul rettilineo finale della campagna elettorale, possiamo stare certi che Trump trasformerà la sua malattia in un successo personale, nonostante abbia dimostrato un enorme disprezzo per qualsiasi precauzione. E i suoi elettori non faranno altro che applaudirlo.

Finale caotico
Il 6 ottobre avremo una prima idea di quale sarà il nuovo tono, con il dibattito tra i due candidati alla vicepresidenza, Mike Pence e Kamala Harris. L’evento è piuttosto importante, perché con un presidente indebolito e uno sfidante piuttosto anziano, i due vicepresidenti non saranno soltanto personaggi di contorno.

Ma soprattutto dobbiamo attenderci un rush finale caotico. I repubblicani cercheranno in tutti i modi di far passare la loro candidata alla corte suprema nonostante il contagio di molti senatori.

Il presidente, a prescindere dalle sue reali condizioni di salute, cercherà di mostrare la propria forza contro “sleepy Joe” (Joe l’addormentato), soprannome con cui ha preso in giro il suo rivale. Infine è molto probabile che la proclamazione dei risultati elettorali genererà una grande confusione.

Sulla scena internazionale, invece, gli Stati Uniti saranno assenti per settimane, se non per mesi, mentre il mondo diventa sempre più precario a causa dell’instabilità della prima potenza globale.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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