La Polonia al centro della solidarietà dell’Europa
La guerra in Ucraina sconvolge tutta l’Europa, ma suscita un particolare senso di urgenza in Polonia. Paese confinante con l’Ucraina e popolato già da un milione di ucraini prima del conflitto, la Polonia ha accolto nel giro di pochi giorni circa 400mila rifugiati in fuga dalla guerra, e oggi vive al ritmo della grave crisi innescata dalla Russia.
In segno di solidarietà i capi delle diplomazie di Francia e Germania, Jean-Yves Le Drian e Annalena Baerbock, hanno incontrato il loro collega polacco Zbigniew Włodzimierz Rau a Łódź, nell’ambito del triangolo di Weimar, un format che riunisce i tre paesi. I tre diplomatici sono stati raggiunti in videoconferenza dal ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba, che si trovava da qualche parte nel suo paese.
Fino a poche settimane fa la Polonia era in aperto conflitto con i suoi partner, al punto tale che si parlava di una Polexit di fatto. La scomparsa della fiducia nello stato di diritto e nel rispetto delle libertà ha comportato una serie di sanzioni da parte di Bruxelles. La guerra in Ucraina, però, ha spinto la Polonia al centro della reazione europea suscitando la solidarietà attiva dell’Unione. In queste ore drammatiche Varsavia è politicamente in linea con le altre capitali europee.
Valori a geometria variabile
La Polonia e l’Europa stanno cambiando a causa di questa guerra che scuote profondamente gli europei. Lo slancio di solidarietà dei polacchi verso gli ucraini, dalla perfetta organizzazione all’accoglienza dei rifugiati da parte dei cittadini privati, provoca ammirazione.
Certo, non possiamo dimenticare le notizie che parlano di africani bloccati in alcuni varchi di frontiera, atti insopportabili a cui il ministro polacco ha risposto promettendo che “tutti gli esseri umani saranno accolti, anche i non ucraini”. La situazione andrà verificata nei prossimi giorni, perché i valori difesi non possono essere a geometria variabile.
L’inversione di rotta tedesca sulla fornitura bellica è anche quella dell’Unione europea
In ogni caso i diplomatici francesi sono convinti che la crisi “obblighi la Polonia a cambiare”. Arrivato per manifestare la propria solidarietà, Jean-Yves Le Drian si è preoccupato di fare presente al collega polacco che le prime mosse della Polonia in merito allo stato di diritto non sono sufficienti. Il dialogo, comunque, è diventato amichevole, perché la sfida ucraina impone compattezza.
Discorso battagliero
Ascoltando la ministra ecologista Annalena Baerbock è apparsa evidente la svolta operata dalla Germania rispetto alla Russia, alla difesa e alla necessità di avere un peso nel mondo. Questa inversione di rotta tedesca è anche quella dell’Unione europea, che finora si è sempre rifiutata di infrangere il tabù della “potenza”.
Parlando a nome di una “generazione che ha vissuto nella pace”, la giovane leader ecologista ha promesso di “mostrare la capacità d’azione del mondo libero”, un discorso battagliero in tempi di guerra alla frontiera dell’Europa.
La Polonia vive questa mobilitazione da vicino, e ha creato un centro di snodo per l’assistenza umanitaria e militare all’Ucraina. Il 1 marzo due aerei francesi carichi di aiuti medici destinati all’Ucraina sono atterrati in un aeroporto polacco, da dove gli ucraini si occupano di trasportare i beni nel loro paese in guerra. Attraverso la Polonia, aerei militari di diversi paesi garantiscono un’assistenza multiforme all’Ucraina.
“È accaduto qualcosa”, ammettono sorpresi i diplomatici abituati a un’Europa che procedeva con difficoltà. Il merito di questa insperata unità è chiaramente di Vladimir Putin.
(Traduzione di Andrea Sparacino)