Come se una sola crisi del gas non fosse sufficiente, a quella che oppone la Russia e l’Europa se n’è aggiunta una seconda: l’Algeria minaccia infatti di interrompere la fornitura destinata alla Spagna nel quadro della sua rivalità con il Marocco.

La Spagna è finita in mezzo a un triangolo infernale con Algeria e Marocco, un rapporto a tre da cui nessuno potrà uscire vincitore. La storia è cominciata nel 1975, quando la Spagna ha abbandonato la sua colonia nel Sahara. Da allora il territorio è al centro di un conflitto latente tra Algeri, sostenitrice del Fronte Polisario e favorevole all’autodeterminazione del Sahara Occidentale, il territorio una volta spagnolo, e Rabat, che ne ha assunto il controllo quarantasette anni fa.

Lo scorso 18 marzo la Spagna ha ceduto alle pressioni e ha scelto di sostenere la posizione marocchina sulla vicenda ancora aperta del Sahara. A quel punto i rapporti tra Algeri e Madrid si sono deteriorati, con scambi poco amichevoli ai più alti livelli e il richiamo dell’ambasciatore algerino in Spagna.

L’ultimo segnale di questa crisi è la minaccia a proposito della fornitura di gas, da cui la Spagna dipende.

L’Algeria recapitava il suo gas alla Spagna attraverso un gasdotto che transita per il Marocco, il Maghreb-Europe. Il Marocco, in cambio dell’autorizzazione al transito, prelevava buona parte del gas di cui ha bisogno. Tuttavia il 1 novembre il gasdotto è stato chiuso dall’Algeria in un momento in cui i rapporti con Rabat erano ai minimi storici.

Questa decisione ha scatenato l’ultima crisi, in cui la Spagna ha annunciato che utilizzerà il gasdotto in direzione opposta per consegnare gas naturale al Marocco. Ora l’Algeria minaccia di interrompere la fornitura di gas alla Spagna se Madrid ne “girerà” una parte al Marocco. Le autorità spagnole assicurano che il gas che raggiungerà il Marocco non è quello algerino, ma proviene dalle importazioni di gas naturale liquefatto. Naturalmente gli algerini non si fidano.

Vecchie rivalità
Al di là degli aspetti tecnici, la vicenda è chiaramente politica. Come nel caso della Russia, anche questo conflitto conferma la facilità con cui le forniture energetiche possono diventare uno strumento di ricatto. In questo caso, tra l’altro, la crisi è più profonda e si presta a diverse letture.

In primo luogo c’è la vecchia rivalità tra Algeria e Marocco, la cui frontiera terrestre è chiusa da trent’anni e i cui rapporti diplomatici si sono interrotti ad agosto del 2021.

Ma bisogna tenere conto anche della ricomposizione delle alleanze nella regione Mediterraneo-Medio Oriente, con gli “accordi di Abramo” stretti da Israele con diversi paesi del Golfo e con il Marocco. I rapporti israelo-marocchini si stanno sviluppando rapidamente, anche sul piano della sicurezza, un altro tema di scontro con l’Algeria.

La Spagna si ritrova tra due fuochi: il Marocco ha sfruttato la carta della pressione migratoria nell’enclave di Ceuta e alla fine ha costretto Madrid a cedere, ma l’Algeria non intende diventare la grande sconfitta di questa fase di ricomposizione e contrattacca con l’arma del gas.

Uscire da questo pasticcio sarà impossibile fino a quando i due paesi del Maghreb non supereranno il proprio antagonismo. Purtroppo questo scenario appare molto lontano.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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