Viktorija Amelina aveva 37 anni. Era poeta, scrittrice e saggista. I suoi libri sono stati tradotti all’estero e hanno ricevuto premi prestigiosi. Amelina aveva tutto dalla vita. Quando l’Ucraina è diventata indipendente aveva cinque anni, e quella libertà le aveva permesso di scegliere il suo destino.

Poi il 24 febbraio 2022 l’esercito russo ha invaso il suo paese e la vita di Amelina è cambiata, come quella di milioni di ucraini.

Il 2 luglio la scrittrice è morta a causa delle ferite alla testa riportate la settimana scorsa nell’attacco russo contro un ristorante di Kramatorsk, in Ucraina orientale. Amelina è la tredicesima vittima di un missile lanciato contro un obiettivo civile.

Combattere la propaganda
L’esercito russo ha dichiarato che due generali ucraini e diversi “mercenari stranieri” sono stati uccisi in un attacco contro un “obiettivo militare”. Raramente la distanza tra la propaganda e la realtà è apparsa così evidente.

Amelina è il simbolo del modo in cui la società ucraina ha reagito all’invasione russa. Dalla poesia è passata alle indagini sui crimini di guerra commessi dall’esercito occupante. Documentava minuziosamente ogni crimine di guerra in modo da permettere, un giorno, che potesse arrivare il momento della giustizia e dei risarcimenti.

Viktorija Amelina a Kiev, 22 giugno 2023. (Alex Zakletsky, Ap/LaPresse)

Ma questa era solo una delle attività di Amelina. La scrittrice partecipava a eventi per sostenere i bambini nelle zone di guerra e aveva pubblicato il diario di Volodymyr Vakulenko, uno scrittore assassinato dai soldati russi durante l’occupazione della sua città, Izium, poi riconquistata dall’esercito ucraino. Il diario, sepolto nel giardino di Vakulenko, costituisce una testimonianza importante della vita sotto l’occupazione russa. Amelina aveva ricevuto una borsa di studio dalla Columbia university e in autunno avrebbe dovuto trascorrere un periodo al campus parigino dell’università, in compagnia del figlio dodicenne.

A Kramatorsk l’infaticabile Amelina è stata uccisa mentre accompagnava un gruppo di scrittori e giornalisti colombiani arrivati in Ucraina per raccontare la guerra. I giornalisti, feriti, non sono in pericolo di vita.

Amelina era solo una dei tanti ucraini di ogni estrazione che hanno mollato tutto per contribuire alla resistenza. La settimana scorsa alcuni giornalisti francesi sono stati accompagnati al fronte dal sergente ucraino Andriy Onistrat. Prima della guerra, quest’uomo di 49 anni faceva il banchiere e si cimentava con le moto e la maratona, ma dopo l’invasione russa ha chiesto di essere aggregato alla 68ª brigata, al fronte.

Il motivo? Suo figlio Ostap, 19 anni, serviva nella stessa unità. Per due mesi padre e figlio hanno combattuto insieme. “Sono stati i due mesi più belli della mia vita. L’ho visto diventare forte e coraggioso”, ha raccontato Onistrat a Rémy Ourdan, inviato speciale del quotidiano Le Monde. Ma il 2 giugno Ostap è stato ucciso dai soldati russi. “Volevo proteggerlo, salvarlo. Lui invece voleva essere un eroe. Ha vinto lui, e questo è tutto”, spiega il banchiere diventato soldato e poi padre affranto. Come Andriy Onistrat, anche Viktorija Amelina aveva abbandonato la comodità della sua vita per scegliere un percorso rischioso. La scrittrice che indagava sui crimini di guerra è diventata la vittima di un crimine di guerra.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

  • La giornalista Olga Tokariuk e la docente di ucraino Yaryna Grusha raccontano chi era Viktorija Amelina nella puntata di oggi del podcast di Internazionale Il Mondo. La traduzione dall’ucraino è di Brune Seban.

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