×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

L’Europa dà vita a una controffensiva diplomatica per l’Ucraina

Granada, Spagna, 5 ottobre 2023. Volodymyr Zelenskyj con Emmanuel Macron durante un vertice europeo. (Ludovic Marin, Afp)

È come appiccare un controfuoco. Nel momento in cui il sostegno statunitense all’Ucraina è minacciato e l’ombra di Donald Trump incombe sulla difesa dell’Europa, il vecchio continente rialza la testa. La visita a Parigi del 16 febbraio del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, passato anche da Berlino, è il simbolo di questa controffensiva europea, anche se è una coincidenza. Zelenskyj ha appena firmato con il presidente francese Emmanuel Macron un trattato di sicurezza franco-ucraina. È il secondo di questo genere, dopo quello che Kiev ha siglato con il Regno Unito, e sarà seguito da altri accordi con 25 paesi dell’Europa e del G7.

Il trattato non cambia radicalmente la situazione, ma garantisce all’Ucraina un sostegno politico e materiale di cui il paese ha enorme bisogno. È un’alternativa all’adesione alla Nato, negata a Kiev l’anno scorso in occasione di un vertice a Vilnius, in Lituania. All’epoca Zelenskyj si era sentito abbandonato, ma ora i trattati bilaterali dimostrano che non è così, anche se non prevedono una garanzia di sicurezza paragonabile a quello dell’articolo 5 dell’alleanza atlantica.

Le incertezze nate a Washington non hanno fermato la mobilitazione a favore dell’Ucraina degli europei, che sono stati più attivi di quanto pensino i repubblicani statunitensi, mossi solo dal disprezzo per quel che succede in Europa.

Ma resta il fatto che le difficoltà di Joe Biden nel far approvare i nuovi aiuti per l’Ucraina e soprattutto le continue dichiarazioni di Trump contro la Nato hanno rappresentato un elettroshock per i leader del continente.

Sintomo dei pericoli attuali, il 15 febbraio la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, candidata a un secondo mandato dopo le elezioni europee, ha proposto la creazione di un commissario europeo alla difesa. È una svolta storica. La costruzione europea, infatti, è sempre stata portata avanti evitando il tema della difesa, e tutti gli sforzi (soprattutto della Francia) per procedere in questa direzione sono stati considerati come un complotto per indebolire la Nato.

La guerra in Ucraina ha cambiato tutto, facendo utilizzare i fondi europei per finanziare l’acquisto di armi da inviare a Kiev. Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno e i servizi, ha lavorato per far aumentare la produzione di proiettili di artiglieria in tutto il continente. Non si era mai visto niente di simile.

Un commissario alla difesa, ovvero un ministro della difesa, rappresenta un passo ulteriore verso la costituzione dell’Europa geopolitica di cui parlava Ursula von der Leyen all’inizio del suo mandato e che finora è restata soprattutto uno slogan.

L’Europa può ringraziare Donald Trump. È un grande classico: per favorire una reazione non c’è niente di meglio di una paura o di un nemico comune. In passato abbiamo sottolineato che Vladimir Putin ha fatto fare all’Europa più progressi verso la coesione politica di quanto avessero fatto i leader europei nei precedenti vent’anni. Ora possiamo aggiungere ai ringraziamenti l’ex (e forse futuro) presidente degli Stati Uniti.

Tutto questo, però, non basta a compensare l’eventuale defezione americana nel sostegno all’Ucraina. A mancare, più che la volontà, sono la capacità industriale e la coerenza collettiva. Sicuramente questo sarà un argomento di conversazione durante la cena a Parigi di Zelenskyj, alle prese con il rischio di una mancanza di munizioni davanti a un esercito russo rinvigorito. Per il presidente ucraino non c’è altra scelta che quella di credere nell’Europa.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

pubblicità