Ormai è una prassi: ogni volta che escono i risultati di un qualche rilevamento a livello mondiale, le donne del mondo musulmano sono in fondo alla classifica. Le afgane di solito occupano i posti più bassi dal punto di vista della partecipazione politica, le donne in Somalia e in Sudan hanno i livelli più bassi di accesso alle strutture sanitarie, in Iraq e in Siria sono costrette a sposarsi in giovanissima età e le donne pachistane, assieme alle egiziane, subiscono alti livelli di violenza domestica e misoginia generalizzata.

Anni di studi di questo genere hanno instillato in chi li legge una certa cautela, un certo grado di legittima critica, un’attitudine a prepararsi alla successiva delusione.

È stato perciò con grande piacere che mi sono imbattuta in una ricerca che ha ribaltato tutte le altre. Nel suo libro intitolato Fifty million rising, la sociologa Saadia Zahidi ha scoperto che in molti paesi musulmani tra le donne ci sono più laureate che altrove nei settori della scienza, della tecnologia, dell’ingegneria e della matematica (Stem).

La necessità di emergere
Le percentuali sono impressionanti: in Iran le donne sono il 70 per cento di chi si laurea nelle discipline Stem; in Oman, in Arabia Saudita, in Qatar e negli Emirati Arabi Uniti le donne sono il 60 per cento e in Algeria le donne sono più del 40 per cento di chi si laurea in materie scientifiche. Secondo Zahidi, questo è il risultato dei grandi investimenti compiuti in molti di questi paesi musulmani per migliorare l’accesso e l’istruzione delle donne in questi settori di studi.

Non che manchino gli stereotipi di genere o gli ostacoli tipici di società conservatrici e dominate dagli uomini: ma il fatto è che le donne sono sinceramente ambiziose e vogliono eccellere. In alcuni paesi come gli Emirati Arabi Uniti e la Giordania, le ragazze hanno molta più fiducia nelle loro competenze matematiche rispetto ai ragazzi della stessa età e allo stesso livello di studio. In contrasto con questi risultati, le donne sono il 18 per cento di tutti i laureati in informatica nelle università americane. Sempre negli Stati Uniti, alle superiori le donne sono solo il 27 per cento di coloro che affrontano l’esame di informatica.

Naturalmente ogni volta che il risultato di una ricerca è sorprendente arrivano le varie interpretazioni che cercano di svelarne il presunto mistero.

Alcuni analisti si sono chiesti come facciano le donne a superare le situazioni di svantaggio in cui vivono e i divieti che subiscono da parte delle famiglie o delle norme sociali. La risposta, in questi casi, andrebbe cercata in ciò a cui le donne aspirano.

Una stabilità economica
Secondo un’altra ricerca pubblicata dalla rivista Psychological Science, le donne che vivono in paesi caratterizzati da profonde diseguaglianze di genere scelgono studi nell’area Stem perché desiderano “il modo più sicuro” di guadagnare uno stipendio. Questo modo sicuro passerebbe da una professione fondata sulla scienza o sulla matematica.

Il punto quindi non sarebbe l’abilità o il talento naturale. Analizzando dati provenienti da 67 paesi, i ricercatori hanno scoperto che le ragazze ottengono gli stessi risultati o sono migliori dei ragazzi negli indicatori con cui si misura il rendimento in matematica e che avrebbero potuto frequentare corsi di matematica di livello universitario se avessero scelto di iscriversi.

Questa adattabilità dimostra come le donne, che per secoli hanno dovuto affrontare ostacoli, siano diventate molto più resilienti degli uomini

Quali sarebbero le loro scelte se non avessero ricadute negative sulla carriera naturalmente è un’altra cosa. In quasi tutti i paesi, tranne la Romania e il Libano, le ragazze scelgono la letteratura come materia preferita. Mentre i ragazzi scelgono la matematica.

Dunque la relativa superiorità delle ragazze nei paesi musulmani nascerebbe, semplicemente, dal fatto che nei paesi più ricchi c’è una maggiore uguaglianza di genere e, di conseguenza, per le donne una maggiore libertà di scegliere ciò che vogliono fare piuttosto che quello che devono fare. A una maggiore uguaglianza di genere corrisponderebbe, quindi, un numero più basso di donne che intraprendono studi nell’area Stem. Ma se è la disuguaglianza di genere a determinare questa differenza, allora a livelli più alti di disuguaglianza di genere dovrebbero corrispondere maggiori difficoltà per le donne di intraprendere ed eccellere in studi nell’area Stem, dato che questi ambiti tendono a essere dominati dagli uomini.

Alla fine, visto che molte donne intraprendono studi in una particolare disciplina dell’area Stem anche se potrebbero non aspettarsi di avere una professione in questo campo (come capita in molti paesi musulmani), non può prevalere la spiegazione secondo cui scelgono gli studi solo in base all’opportunità e alla stabilità economica invece che in base alle loro preferenze.

La caratteristica del mondo musulmano
Che si creda o no alle diverse analisi, un fatto resta costante comunque si affrontino i risultati di questa ricerca. A prescindere dal fatto che le donne scelgano le scienze perché sono convinte di poter avere una carriera stabile e remunerativa, o le discipline umanistiche perché sono più libere di farlo (nei paesi ricchi), in ogni caso sono sempre in grado di adattarsi alle condizioni sociologiche migliori per loro.

Questa adattabilità dimostra come le donne, che per secoli hanno dovuto affrontare ostacoli, siano diventate più resilienti degli uomini che invece si aspettano pochi ostacoli sociali, culturali o legali nel loro cammino verso il successo.

Le donne nei paesi musulmani devono affrontare il maggior numero di ostacoli, quasi tutti arbitrari e imposti dall’uomo. Condizionate da lungo tempo dall’idea di doversi aspettare ostacoli simili sul loro cammino, hanno imparato a lavorare ancora più duramente, a essere migliori dei migliori e il più perfette possibile.

Le scienze applicate e le discipline dell’area Stem in generale, per quanto empiriche, svelano i successi di questa parte della popolazione che sa di dover essere più che eccellente per essere presa sul serio e per godere delle stesse opportunità di cui godono le controparti maschili.

Le donne nei paesi musulmani eccellono dunque perché sono più abituate alle sfide e alle difficoltà rispetto alle altre donne nel resto del mondo; uno spinoso quesito matematico, un rompicapo di costruzione o di disegno industriale non sono nulla in confronto a quello che devono affrontare semplicemente per andare e tornare da scuola o dal lavoro ogni singolo giorno della loro vita.

(Traduzione di Giusy Muzopappa)

Questo articolo è uscito sul quotidiano pachistano Dawn.

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