Secondo Allen Murabayashi, amministratore delegato di Photo Shelter, chi lavora con la fotografia dovrebbe avere familiarità con le norme che tutelano il diritto d’autore, la professione e il valore delle immagini. Invece non è sempre così.

In un suo recente articolo Murabayashi ha riportato alcuni dei casi più emblematici di controversie legali aperte negli Stati Uniti negli ultimi anni, che riguardano fotografi, aziende e mondo della comunicazione e dell’arte, che possono aiutare a riflettere sul corretto uso e consumo delle immagini e sui cambiamenti introdotti dal digitale in materia di copyright.

Matt Jeacock, Getty Images

Fotografo contro azienda
Andrew Paul Leonard si occupa di fotografia microscopica (realizzata al microscopio), Stemtech Health Science è un’azienda specializzata nelle cellule staminali. Nel 2008 Leonard ha scoperto che l’azienda stava usando alcune delle sue immagini per finalità promozionali e commerciali senza autorizzazione. Leonard ha fatto causa alla Stemtech per violazione del copyright, ha vinto il processo e ha ricevuto un risarcimento di 600mila dollari.

Fotografo contro personaggio pubblico
Philip-Lorca diCorcia ha ritratto Erno Nussenzweig, commerciante di diamanti e di religione ebraica, mentre passeggiava per le strade di New York e ha poi venduto dieci di queste immagini attraverso una galleria. Quando Nussenzweig ha scoperto la vendita delle immagini ha citato il fotografo sia per violazione della privacy sia per motivi legati alla religione. La corte ha riconosciuto che le foto di diCorcia avevano un valore artistico e non erano un prodotto commerciale, e ha respinto il ricorso presentato da Nussenzweig.

Fotografo contro artista
Patrick Cariou nel 2000 ha pubblicato un libro sulla Giamaica. Otto anni dopo, l’artista statunitense Richard Prince ha usato alcune di queste immagini per modificarle attraverso la sovrapposizione di altre foto, e poi ha venduto i suoi lavori a una galleria di New York. Cariou nel 2009 è stato citato in tribunale per violazione del copyright. Nel 2013, al secondo appello, il tribunale ha stabilito che 25 delle 30 immagini in questione erano state sufficientemente modificate a tal punto da essere considerate opere indipendenti dalle fotografie originali e ha respinto l’accusa di Cariou.

Fotografo contro agenzia di stampa
Dopo il terremoto del 2010 ad Haiti, il fotogiornalista Daniel Morel aveva pubblicato alcune delle prime immagini del disastro sul suo account di Twitter. Le immagini sono state condivise da molti utenti che a loro volta le hanno ripubblicate su altri social media. Anche l’agenzia di stampa francese Afp ha usato le immagini di Morel, non prendendole direttamente dall’account del fotografo ma da quello di un altro utente, e le ha distribuite attraverso i suoi canali. Morel se n’è accorto e ha fatto causa all’Afp. Dopo quattro anni di processi la corte ha stabilito che l’agenzia francese ha volontariamente violato la legge del copyright e ha deciso un risarcimento di 1,2 milioni di dollari per il fotografo.

Fotografo contro Wikipedia
Nel 2011 il fotografo David Slater era in Indonesia per un progetto. Un gruppo di macachi aveva cominciato a giocare con la sua macchina fotografica scattando alcune foto. Tra queste è stato realizzato anche un selfie di una macaca che è diventato subito virale su internet facendo guadagnare al fotografo soldi e visibilità. La Wikimedia Foundation ha pubblicato la foto nei Wikimedia Commons (cioè nelle immagini libere dai diritti d’autore e perciò utilizzabili da chiunque) nonostante Slater avesse chiesto di rimuoverla dal sito. Wikipedia invece sostiene che una foto realizzata da un animale non è soggetta alle normali leggi sul diritto d’autore e va quindi considerata di proprietà pubblica.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it