Il calo di spesa dei turisti stranieri in Italia nel 2010 ammonta a 1.291 milioni di euro. Rispetto al 2009 ci sono tre milioni di viaggiatori e 18 milioni di notti in meno. A “tradirci” sono stati soprattutto i turisti dei paesi dell’Unione europea, quelli che con un volo low cost potrebbero raggiungerci in un’ora. La causa non è tanto la crisi economica, quanto un cambiamento delle loro scelte: l’Italia non è più la destinazione per eccellenza, ma solo una delle tante.
È necessario interrogarsi sui motivi di questo fenomeno, che rischia di diventare strutturale. Il nostro territorio e i nostri beni culturali sono una risorsa importante: la loro tutela non dovrebbe essere un optional ma un elemento fondante della politica economica del nostro paese. Ma da questo punto di vista non stiamo agendo per il meglio. Anche i turisti che per decenni hanno frequentato l’Italia con soddisfazione si sono accorti del peggioramento del rapporto qualità-prezzo rispetto ai paesi concorrenti.
La perdita di turisti europei è parzialmente compensata dall’aumento di quelli dei paesi emergenti. Ma, come osserva Stefano Landi su lavoce.info, questi sono viaggiatori alle prime esperienze, che visitano i luoghi più noti nel minor tempo possibile, trascurando le mete “minori”, i piccoli talenti italiani e le eccellenze diffuse.
Se non ci impegniamo a contrastare questa deriva, il calo dei turisti diventerà strutturale. Dobbiamo agire tempestivamente con un’operazione di marketing pubblico e altre misure per rilanciare un settore cruciale per la nostra economia.
Internazionale, numero 895, 29 aprile 2011
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