L’aspettativa di vita per le persone nate in Italia dopo il 2000 è di 82 anni. Già ora la vita media degli italiani è tra le più alte d’Europa. È un’ottima notizia: viviamo sempre più a lungo. Questo vuol dire anche che gli anziani continuano a controllare una parte sempre maggiore della ricchezza, e la trasmettono sempre più tardi alle generazioni successive.

Come sottolinea Nicola Persico su lavoce.info, tutte le generazioni sotto i cinquant’anni d’età hanno perso considerevolmente in termini di ricchezza media. La generazione sopra i 65 anni, invece, ha guadagnato nettamente. La conseguenza è che i genitori attuali controllano sempre meno risorse da investire nel capitale umano, finanziando l’istruzione avanzata dei figli.

Oggi, però, il mondo del lavoro richiede sempre più investimenti in capitale umano. Mentre in passato si poteva avere un buon lavoro anche con il solo diploma di scuola superiore, oggi neanche la laurea offre garanzie. Per avere un titolo di studio qualificante davvero bisogna investire molto tempo e molto denaro in dottorati di ricerca e specializzazioni, magari anche all’estero.

Molti degli attuali nipoti italiani non avranno le risorse sufficienti per acquisire le risorse di capitale umano che gli chiede il mercato del lavoro odierno. Per finanziare l’istruzione dei figli, sempre più genitori dovranno rivolgersi ai nonni, che potrebbero non comprenderne la necessità. Se non sarà così, le ripercussioni sul benessere delle generazioni future saranno profonde.

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