Sono 1.267 gli aspiranti medici che quest’anno non sono stati, ingiustamente, ammessi alla facoltà di medicina e chirurgia. Il concorso è uguale in tutte le sedi, ma la graduatoria è fatta sede per sede. Questo significa che i punteggi minimi per l’ammissione sono diversi in ogni sede. Su lavoce.info abbiamo analizzato quanti studenti sono stati esclusi pur avendo un punteggio superiore a quello di studenti ammessi in altre sedi. Sono 1.267, quasi il 15 per cento di quelli ammessi. Uno spreco di capitale umano del tutto gratuito, dovuto a regole di selezione degli iscritti alle facoltà a numero chiuso anacronistiche e utili solo a proteggere le clientele locali.
Quest’anno, dopo che avevamo denunciato questo spreco, le graduatorie nei test per le facoltà di medicina e chirurgia sono state stilate a livello di dodici grandi macroaree nelle quali sono raggruppate le principali università di ogni zona. Per esempio, gli studenti che hanno fatto domanda per le università Bicocca e Statale di Milano sono stati messi nella stessa graduatoria degli studenti che hanno fatto domanda a Varese. La Federico II e la Seconda Università di Napoli sono state inserite nello stesso gruppo dell’università di Salerno. Questo aggiustamento cosmetico dei criteri di selezione ha ridotto solo in minima parte lo spreco di capitale umano. L’anno scorso gli studenti esclusi ingiustamente erano il 16 per cento. Per evitare che succeda di nuovo basta una vera riforma (a costo zero) che istituisca un’unica graduatoria a livello nazionale. È bene che Profumo si faccia sentire.
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