In Italia 17,2 milioni di famiglie, il 72 per cento del totale, hanno almeno una casa di proprietà. La ricchezza immobiliare, però, è relativamente concentrata: il 10 per cento delle famiglie più ricche, in termini di patrimonio immobiliare, detiene il 41 per cento del mercato. Pier Luigi Bersani vuole rimodulare l’Imu per agevolare le famiglie meno abbienti. La riforma costerebbe più di due miliardi di euro, che Bersani intende compensare tassando di più i grandi patrimoni immobiliari. Sembra che abbia individuato in 1,5 milioni la soglia da cui far partire l’aumento dell’imposta. Non è chiaro se la cifra sia calcolata sui valori di mercato o su quelli catastali.

Su lavoce.info Massimo Bordignon spiega perché la seconda ipotesi – i valori catastali – è improbabile: in questo caso l’imposta ricadrebbe solo su 31 mila famiglie e per raccogliere due miliardi dovrebbe avere un’aliquota del 3,5 per cento, più simile a una espropriazione. Prendendo come riferimento il mercato, invece, le famiglie interessate dall’aumento tributario sarebbero duecentomila e basterebbe applicare un’aliquota del 4,4 per mille.

Molto probabile, quindi, che Bersani si riferisca ai valori di mercato. Per questo bisogna procedere al più presto con la riforma del catasto e, possibilmente, usando i dati sulle compravendite effettive dell’agenzia del territorio. In questo modo si può avvicinare la base fiscale della tassa ai valori di mercato, riducendo le iniquità. Una delle priorità di chi vince le elezioni dovrà essere rendere più equa la tassazione sulla prima casa.

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