La differenza di voti presi dal centrosinistra rispetto al centrodestra alla camera dei deputati è dello 0,36 per cento: 10.047.603 italiani hanno votato per la coalizione guidata da Pier Luigi Bersani, mentre 9.923.109 si sono affidati a Silvio Berlusconi.

Lo scarto è minimo, ma il voto ha rivelato il carattere profondamente antidemocratico della legge elettorale. Il Porcellum – dal “porcata” attribuitogli dal suo stesso inventore, il leghista Roberto Calderoli – prevede un premio di maggioranza per chi prende più voti, non proporzionale ai voti raccolti. Così con lo 0,36 per cento di voti in più del centrodestra, il centrosinistra prende quasi tre volte il suo numero di seggi. L’altro problema del Porcellum è che genera maggioranze diverse nei due rami del parlamento in un contesto di bicameralismo perfetto. Una legge antidemocratica, quindi, ci consegna un parlamento ingovernabile.

Bisogna riformare al più presto la legge elettorale. Non solo perché è meglio farlo a inizio legislatura, ma anche perché è probabile che si tornerà a votare presto. Un sistema maggioritario a doppio turno con collegi uninominali potrebbe trovare molti più consensi in parlamento. È da sempre l’obiettivo del Partito democratico. E anche Grillo potrebbe essere interessato a sostenerlo. Il suo è un partito che difficilmente può formare coalizioni al primo turno (cosa che lo ha penalizzato alla camera, dove ha ottenuto pochi seggi nonostante sia il primo partito), ma che può prendere voti a tutti al secondo turno, dato che non si colloca sull’asse tradizionale destra-sinistra.

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