L’Household finance and consumption survey è un progetto congiunto della Banca centrale europea e delle banche centrali dell’eurozona che fornisce informazioni armonizzate sui bilanci di 62mila famiglie in quindici paesi. La sua pubblicazione ha destato scalpore.

Secondo l’indagine, la Germania era, con 51.400 euro, in ultima posizione nella classifica della ricchezza familiare mediana, quella che separa il 50 per cento più ricco dal 50 per cento più povero. Le stime per l’Italia e la Spagna erano rispettivamente di 173.500 e 182.700 euro. Le famiglie italiane e spagnole sono piu ricche di quelle tedesche?

Ovviamente non è così. Lo spiegano bene su

lavoce.info Giovanni D’Alessio, Romina Gambacorta e Giuseppe Ilardi.

Primo, il dato è falsato dal fatto che la struttura del nucleo familiare varia da paese a paese: nei paesi del nord le famiglie sono più piccole e frammentate. Secondo, meno della metà delle famiglie tedesche possiede una casa: in Germania la prassi è l’affitto. Terzo, le famiglie tedesche investono di più in attività finanziarie non necessariamente conteggiate in statistiche di questo tipo. Quarto, la ricchezza di una nazione include anche il patrimonio netto del settore pubblico.

Basta prendere le stime della contabilità nazionale per rendersi conto che la ricchezza pro capite in Germania è solo leggermente più bassa che in Italia o in Spagna. Si può concludere, pertanto, che il clamore giornalistico sia il risultato di una lettura distorta di una parte dei risultati. Anche i numeri, a volte, vanno interpretati.

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