Ci sono paesi molto piccoli – in Europa c’è Andorra (464 chilometri quadrati), il principato di Monaco (195 chilometri quadrati), il Lichtenstein (160 chilometri quadrati) e San Marino (61 chilometri quadrati) – e poi ci sono paesi piccolissimi, le cosiddette micronazioni. Per creare una micronazione basta avere il coraggio di alzarsi e dire “Io sono il re” e “Siamo indipendenti”.

Tra le micronazioni, il quartiere di Christiania, a Copenaghen, è sopravvissuto ai molti tentativi da parte del governo danese di chiuderlo, fin da quando è stato creato nel 1971. Il nome della sua arteria principale, Pusher Street (via degli Spacciatori), fa capire chiaramente che la droga svolge un ruolo chiave in questa nazione di 34 ettari.

Il turismo è importante in molte micronazioni, come nella Hutt River Province del Principe Leonard, che conia monete, banconote e francobolli. La provincia si trova 595 chilometri a nord di Perth, nell’Australia occidentale, che è già di per sé la città più isolata del mondo (è più vicina a Singapore che a Sydney). Anche se è lontana da tutto, la Hutt River Province attira molti visitatori.

Poi c’è Sealand (un’ex stazione radio pirata che si trova a una decina di chilometri al largo della costa inglese), la Repubblica di Molossia nello stato americano del Nevada (governata da sua eccellenza Kevin Baugh), e la mia preferita, il Kingdom of Lovely, su cui regna Danny Wallace dal suo appartamento nel quartiere londinese di Bow.

Internazionale, numero 711, 21 settembre 2007

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