Chi va in Giappone è abituato a vedere molte persone, dalle alunne delle elementari agli uomini d’affari, leggere i manga, i fumetti giapponesi. Ora, però, i nipponici sono passati al romanzo sul cellulare.

A prima vista leggere un libro sullo schermo del telefonino non sembra né divertente né economico. Il romanzo sul cellulare è scritto con il minor numero possibile di caratteri, più come un sms che come un libro, e sfrutta le abbreviazioni usate di solito per mandare i messaggi.

Per sviluppare il romanzo telefonico, la tecnologia è dovuta andare incontro all’arte. In occidente la maggior parte dei gestori consente di inviare messaggi che contengono al massimo 160 caratteri. Per fare un romanzo, quindi, ci vorrebbe un’infinità di messaggi.

Il cambiamento che ha reso possibile questa nuova forma letteraria risale a tre anni fa, quando le società telefoniche giapponesi hanno cominciato a offrire la possibilità di spedire messaggi di lunghezza illimitata, pagando una quota mensile. Fino a quel momento i patiti dei romanzi telefonici spendevano molto e rischiavano di vedersi bloccato il traffico telefonico dai tanti sms.

A volte questi romanzi lasciano il mezzo per cui sono stati pensati: nel 2007 dieci romanzi giapponesi nati sullo schermo di un cellulare sono passati alla carta stampata. Il best seller dell’anno, Love sky, di Mika (gli autori di questi romanzi sono spesso donne che si firmano con un solo nome), è stato letto sui telefonini da venti milioni di persone prima di diventare un libro e un film.

I veri romanzi per cellulare devono essere letti, ma soprattutto scritti, con un telefonino. Gli autori più famosi sostengono che se fossero scritti in un altro modo le frasi sarebbero troppo lunghe e complicate.

Internazionale, numero 737, 28 marzo 2008

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it