Vi ricordate i travellers cheques? Mi sono portato dietro i miei ultimi 100 dollari in travellers cheques per anni e finalmente l’anno scorso sono riuscito a spenderli in Tanzania, pagando l’ingresso al parco del Kilimanjaro. Oggi viaggio con carte di credito e contanti.

Le carte di credito sono accettate nei posti più strani e quando ho bisogno di contanti posso infilare una carta in uno sportello bancomat, anche se sono in un posto sperduto. Mi stupisco sempre quando vedo uscire le banconote locali, a volte accompagnate da un biglietto che mi dice quanto mi resta sul conto. Sono pochi i paesi dove non esistono sportelli bancomat: l’Afghanistan (anche se penso che adesso a Kabul ce ne siano un paio), l’Iran, la Birmania e alcuni degli angoli più remoti dell’Africa.

Poi ci sono posti come Haiti, dove i bancomat sono difficili da trovare e spesso non funzionano. A volte trovare facilmente un bancomat mi riempe di gioia, come quando sono arrivato a Bangkok in treno dalla Malesia. Non ho fatto in tempo a pensare “devo prendere un po’ di soldi” che ce n’era uno lungo il binario. Negli ultimi anni gli sportelli bancomat sono diventati molto più comuni anche in Cina.

E poi c’è un paese modernissimo dove è sorprendentemente difficile usare le carte: il Giappone. Gli sportelli bancomat non mancano, ma in genere sono utilizzabili solo dai giapponesi. Gli stranieri? Meglio non fidarsi.

Nei posti dove non esistono gli sportelli bancomat bisogna tornare ai contanti. In Africa occidentale l’euro è ormai più richiesto del dollaro, che però ha il vantaggio di avere la banconota da uno. Per dare una mancia, la banconota da un dollaro è molto utile. Ci sono casi in cui i contanti non sono accettati: avete mai provato ad affittare un’auto senza una carta di credito?

Internazionale, numero 758, 21 agosto 2008

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