In Serbia gli esami di mala matura, la “piccola maturità” che conclude il ciclo di base di otto anni, sono stati annullati e gli studenti potranno comunque iscriversi alle superiori. Pagando mille dinari (circa dieci euro) molti studenti sono riusciti ad avere in anticipo prove d’esame e soluzioni dei test di matematica e di lingua. Il clamore dello scandalo ha coperto la notizia più importante: anche con l’imbroglio i risultati dell’esame sono stati disastrosi. Il quotidiano Danas ha aperto una discussione. Già dopo i test dell’Ocse del 2009 era risuonato un allarme.
Gli studenti della Serbia nei test di comprensione della lettura, con una media complessiva di 442 punti, risultavano molto sotto la media Ocse (493 punti; in Italia è 486, 509 per le ragazze). Guardando agli altri paesi balcanici, la Serbia supera Bulgaria (429) e Romania (424), ma è parecchio sotto Slovenia (483), Grecia (482), Croazia (476). E il dislivello si accentua se si guarda a matematica (442) e scienze (443), in cui le medie Ocse sono 496 e 501, quelle italiane 483 e 489. Ivan Ivić, professore di pedagogia all’università di Belgrado, critica radicalmente i metodi della scuola serba.
Conta saper ripetere a memoria pagine di libro, ma se si verifica se e cosa si è compreso sono guai. E guai se appena la prova non permette risposte ripetitive. Se a scuola conta solo il saper ripetere, per gli studenti è inevitabile che sotto esami conti solo la sgobbata finale per imparar tutto a memoria senza esercitare la negletta arte del capire.
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