L’XQInstitute aveva messo in palio un premio da cento milioni di dollari per le scuole medie superiori. Le domande sono state tante, così dieci scuole – le più credibili e più funzionali all’idea dell’istituto – hanno vinto dieci milioni di dollari ciascuna. Va bene valutare le scuole per quanto sanno sviluppare l’iq, il quoziente d’intelligenza di chi apprende, va bene tener conto dell’eq, il quoziente emozionale. Ma bisogna badare anche all’xq, dove x designa la capacità di adattarsi con successo a mutamenti imprevedibili, come quelli che attendono chi sta per uscire dalle scuole medie superiori.
La direzione dell’istituto non assegna i premi a fondo perduto. Cercherà invece di mettere a frutto le esperienze di realizzazione dei progetti e quindi li seguirà verificandone l’impegno specie in alcune direzioni: educazione al rispetto degli immigrati, tutela di disabili e disagiati e più in generale attenzione ai diritti civili e tutela dell’ambiente. Il New York Times ha dedicato un servizio alle scuole premiate e all’iniziativa. Rispetto ad altre donazioni munifiche, qui c’è un’idea educativa, c’è la coscienza sia della necessità di ripensare l’insegnamento medio superiore sia della difficoltà di farlo.
L’XQInstitute è presieduto e sostenuto da Laurene Powell, vedova di Steve Jobs, da molti anni impegnata in iniziative educative. Ma come chiarisce Russlynn Ali, direttrice dell’istituto, il denaro da solo non basta per fare bene scuola.
Questa rubrica è stata pubblicata il 23 settembre 2016 a pagina 101 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati
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