Come ogni anno, il campionato nazionale di baseball appassiona milioni di cubani. “La pelota”, come viene chiamato, è da molti anni lo sport nazionale ed è spesso l’argomento di accese discussioni nei parchi dell’isola.

Per chi come me vorrebbe che i cubani si occupassero di questioni più importanti, è frustrante vedere gruppi di uomini che gridano e si sbracciano per stabilire chi è il miglior battitore del campionato invece che per reclamare diritti fondamentali o per discutere di come mettere fine al sistema della doppia valuta.

Ma la prima passione sportiva dei cubani non è estranea alle vicende politiche. Capita che una star del baseball decida di non rientrare nel paese dopo un viaggio all’estero o che un giocatore non sia convocato per un evento internazionale perché considerato poco affidabile e a rischio di diserzione.

In un recente incontro dei play off, un giocatore si è infuriato perché, secondo lui, la palla gli era stata lanciata addosso di proposito, così si è messo a inseguire il lanciatore cercando di colpirlo con la mazza. I giocatori in panchina si sono alzati, alcuni tifosi sono scesi in campo ed è intervenuta la polizia con spray orticanti.

I cameramen hanno volutamente ignorato la rissa e gli spettatori a casa non si sono resi conto di cosa stava succedendo. Ma decine di macchine fotografiche digitali e di cellulari hanno filmato ogni dettaglio dell’azione. Così la rissa, registrata su cd e copiata su memorie usb, è stata vista da migliaia di persone. Chissà quante belle discussioni ci saranno state nei parchi di tutto il paese!

Yoani Sánchez è una blogger cubana. Il suo blog è tradotto in quattordici lingue, tra cui l’italiano. Vive all’Avana, dove è nata nel 1975. In Italia ha pubblicato Cuba Libre (Rizzoli 2009). Scrive una rubrica settimanale per Internazionale.

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