Un uomo della sicurezza mi ha consigliato di fare molta attenzione nei prossimi giorni. “Faresti meglio a cambiare le tue abitudini d’ora in poi. Forse dovresti cambiare casa e i tuoi orari di lavoro”, mi ha detto guardandomi dritto negli occhi.
“Se hai fratelli o sorelle potresti andare a stare da loro per qualche tempo”, ha aggiunto. La sua preoccupazione è nata dopo una serie di omicidi che negli ultimi giorni hanno scosso la sicurezza a Baghdad. “A proposito, hai un’altra macchina? Altrimenti potresti scambiare la tua con quella di un amico”.
Per esorcizzare la paura gli ho risposto con una battuta: “Dovrei anche tingermi i capelli?”. Lo scherzo però non gli è piaciuto e mi ha puntato il dito contro con aria molto seria: “È la tua vita, Zuhair. Se vuoi riderci sopra fai pure. Io ti ho avvertito”.
Poi con voce sommessa gli ho chiesto di spiegarmi cosa ci fosse di speciale in questo nuovo ciclo di uccisioni. “Di nuovo c’è che ora i responsabili sono degli adolescenti addestrati da Al Qaeda. Gli hanno fatto il lavaggio del cervello per indirizzarli a colpire delle persone scelte. Deputati, uomini religiosi, oppure giornalisti come te. Stai attento perché la prossima pallottola potrebbero spararla contro la tua porta”.
Internazionale, numero 800, 19 giugno 2009
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