Cultura Schermi
Megalopolis
Adam Driver, Giancarlo Esposito, Nathalie Emmanuel
Stati Uniti 2024, 138’.
Megalopolis (dr)

Il tema del primo film di Coppola dopo tredici anni è il tempo. Riflette su come potremmo riuscire ad aggirarlo. Il protagonista, l’ambiguo architetto Cesar Catilina (Driver), ha il potere di fermare il tempo, anche se alla fine è costretto a farlo ripartire. E a quel punto ogni momento che passa avvicina la civiltà alla rovina: un collasso catastrofico predetto dalla caduta dell’impero romano. Il film è infatti ambientato in una città che si chiama New Rome, anche se è chiaramente New York. La trama, un oggetto laborioso ma comunque vivace, deriva dalla congiura di Catilina del 63 aC, e se Cesar è un’attualizzazione di Catilina, il sindaco Franklyn Cicero (Esposito) prende il posto di Cicerone, il console che Catilina cercò di rovesciare. Il film, concepito all’inizio degli anni ottanta, ha un passato burrascoso e un futuro altrettanto incerto. Ciò che commuove è come si è evoluto in un’allegoria della sua creazione. Justin Chang, The New Yorker

Kinds of kindness
Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe, Margaret Qualley
Stati Uniti / Regno Unito 2024, 164’.
Kinds of kindness (dr)

Ci sono molti misteri nascosti nel trittico di Kinds of kindness, e poche certezze. Una di queste è uno stacco. Se qualcuno si chiedeva che fine avesse fatto il Lanthimos di Dogtooth, tra gli Oscar, i tappeti rossi e i Leoni d’oro raccolti con La favorita e Povere creature!, ecco: è tornato. E non sembra particolarmente socievole. Ritrovato lo sceneggiatore Efthimis Filippou, spirito guida della weird wave greca, ha prodotto una serie di storie sconcertanti, inquietanti e cupe, vagamente collegate tra loro, che riescono a risultare divertenti in modo discordante e stranamente esaltante. Il film ha un cuore ellittico e selvaggio che lo renderà meno popolare delle ultime opere del regista. Eppure questa storia contorta di anime (forse) legate è uno di quei film generazionali a cui i fan si incolleranno, cercando all’infinito di svelarne i misteri e i ribelli cambi di forma. E al suo interno c’è qualcosa di marcio che lo fa sembrare particolarmente attuale. Fionnuala Halligan, Screen International

Emilia Pérez
Karla Sofía Gascón, Zoe Saldana
Francia / Messico 2024, 130’.

A 72 anni, Audiard affronta un genere per lui nuovo: la commedia musicale, ambientata nel Messico dei narcotrafficanti. Rita (Zoe Saldana) è una giovane avvocata trascurata dalla sua azienda a cui Manita, il temuto leader di un cartello della droga, fa un’offerta che non si può rifiutare. Manita sogna di diventare una donna e chiede aiuto a Rita. Per cambiare vita dovrà risultare morto per la moglie Jessica (Selena Gomez) e i figli. Mesi dopo Manita, diventato Emilia (Karla Sofía Gascón) torna per rivedere i suoi figli. Nei musical è permesso sognare, ma nei film di Audiard il romanticismo non è mai al sicuro. Véronique Cauhapé, Le Monde

The apprentice
Sebastian Stan, Jeremy Strong
Canada / Irlanda / Danimarca / Stati Uniti 2023, 120’.

Arrivato con un tempismo incredibile, il film del regista danese-iraninano è una delle più soddisfacenti origin story di un super-antieroe mai realizzate. È un piccolo, tagliente granello della storia contemporanea, che fa luce su qualcosa che avevamo sotto gli occhi ma non riuscivamo a circoscrivere del tutto: la lenta sedimentazione dell’animale politico Donald Trump, nel totale disprezzo della verità e della legge. Elisabeth Franck-Dumas, Libération

Bird
Barry Keoghan, Franz Rogowski
Regno Unito / Stati Uniti / Germania / Francia 2024, 119’.

Imperfetto e chiassoso, Bird è un’avventura sociale con ottimi interpreti, in cui si scontrano tragedia e commedia, realtà e fantasia. Bug è al settimo cielo per l’imminente matrimonio e per la sua idea di diventare ricco con un rospo allucinogeno importato dal Colorado. Ma la figlia dodicenne avuta da una precedente relazione non è altrettanto allegra. L’arrivo di Bird, un eccentrico ragazzo tedesco, cambierà tutto. Bird fa pensare a Kes di Ken Loach. Non è chiaro se sia intenzionale o se Loach sia così introiettato nel nostro immaginario da saltare fuori senza che ce ne accorgiamo.
Peter Bradshaw, The Guardian

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1564 - 24 maggio 2024
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