Cultura Libri
Illuminati dall’acqua
256 pagine, 19 euro

Malachy Tallack viene dalle Shetland ed è un pescatore. Ha cominciato a pescare da bambino e ha pescato in tutto il mondo. Tallack è naturalmente molto bravo con il salmone, il re delle nostre acque, “enigmatico, imprevedibile e molto forte”. Talmente forte che io stesso non sono mai riuscito a prenderne uno. Tallack comunque trova che la trota sia molto più affascinante del salmone, “insuperabile, più bella senza alcun confronto”. La pesca con la mosca è un’arte e Tallack descrive con dovizia di particolari la scelta e il fissaggio delle esche. Alcuni pescatori sono abitudinari, altri sperimentano le forme e le associazioni più bizzarre. La gran parte delle volte però è tutta questione di fortuna più che di tecnica. Molti pescatori sono degli snob, soprattutto qui in Scozia, dove fiumi e torrenti promettono grandi quantità di trote e salmoni e guardano dall’alto in basso i pescatori inglesi appollaiati su uno sgabello lungo fiumi lenti e limacciosi. Tallack però non ha tempo per gli snobismi. Illuminati dall’acqua è un libro ricco e incantevole ma è anche un libro triste. Verso la fine Tallack scrive: “Pescare è un modo per ricordarmi che il mondo è ancora bello. Ma stare davanti all’acqua oggi vuol dire soprattutto confrontarsi con la perdita, con i metodi che abbiamo escogitato, e che stiamo ancora escogitando, per rendere il mondo sempre più brutto”. Tutto vero e tutto molto triste. Tallack non è ottimista ma la pesca continua a dargli un filo di speranza.
Allan Massie, The Scotsman

La maestra e la Bestia
352 pagine, 20,00 euro

Diversamente da quanto possa suggerire il titolo, La maestra e la Bestia non è una storia d’amore con personaggi selvaggi e passionali. O almeno non è solo quello. La scrittrice ci fa tornare agli anni della guerra civile spagnola attraverso Severina, la giovane maestra di un villaggio montano di fantasia, Dusa. È il 1962 e lei, orfana da poco, cerca un posto in cui mettere radici. Qui scoprirà un universo chiuso e segreto pieno di gente segnata dalla guerra e qui, in un contesto ostile, cercherà d’instillare l’amore per la conoscenza nei suoi studenti. E nel villaggio troverà lui, Simeó, che lei chiama “la Bestia”, “un pezzo d’uomo” che l’attira come una calamita perché in lui riconosce un dolore simile al suo. Il romanzo, tutto in terza persona, alterna il racconto delle peripezie della protagonista nel piccolo villaggio e la storia dei genitori defunti, Simona e Romá, attraverso cui scopriamo qualcosa di più sull’infanzia di Severina. In questo modo Monsó ritrae due generazioni segnate dalla guerra: quella dei genitori, costretti a vivere una recita continua e quella della figlia obbligata a decifrare i segnali che nascondono verità incofessabili. Questo silenzio forgia il carattere di Severina, discreto, solitario e scontroso. Lei sa benissimo, come le ricorda una compagna, che “noi maestre non parliamo di politica: è brutto!”. La maestra e la Bestia è un romanzo denso che fluisce in modo da dare, pagina dopo pagina, sempre più forza alla sua protagonista.
Valèria Gaillard, El Periódico de España

Terra di neve e cenere
304 pagine, 19,00 euro

L’esordio di Petra Rautiainen trasporta i lettori nel paesaggio innevato del territorio Sápmi (la Lapponia), dove non troviamo la terra del mito, ma un luogo infestato dai ricordi di un genocidio. Rautiainen racconta la storia dei crimini nazisti contro il popolo sami, distinguendosi dalla pletora di narrativa storica della seconda guerra mondiale. Terra di neve e cenere si dipana su due linee temporali: una è ambientata nel 1944 durante l’occupazione tedesca, poco prima del trattato di pace della Finlandia con la Russia; l’altra cinque anni dopo, quando Inkeri, la protagonista finlandese del romanzo, visita la terra Sápmi. Giornalista di professione, Inkeri vuole raccontarne la ricostruzione e il tentativo in corso di integrare i superstiti della cultura sami nella società finlandese, un processo cominciato con l’introduzione del cattolicesimo nel seicento, quando furono fatti tentativi di rendere forzatamente stanziali i sami, un popolo nomade che alleva renne. Rautiainen ci consegna un romanzo splendidamente scritto e un thriller che permetterà ai lettori di conoscere un vergognoso capitolo della storia finlandese.
Csilla Toldy, Harvard Review

Salti mortali
304 pagine, 19,00 euro

Che il rapporto tra creatore e creazione possa diventare deleterio è fonte di ossessione per Charlotte Van den Broeck, giovane poeta belga. “La mia vera domanda è: cosa rende un errore più grande della vita, così onnicomprensivo che la tua vita stessa diventa un fallimento? Dov’è il confine tra creatore e creazione?”. In Salti mortali rivisita tredici fallimenti architettonici, un’elegante presunzione. Sono tutti opera di uomini (nessuna menzione, per esempio, di Lota de Macedo Soares, l’architetta brasiliana e partner della poeta Elizabeth Bishop, entrambe non estranee al disastro creativo). La sua indagine la porta da una piscina difettosa nella sua città di origine di Turnhout, vicino ad Anversa, fino a Colorado Springs. È chiaro che questo non è un libro di architettura. Il personaggio centrale qui non è Francesco Borromini, il genio del barocco, o Lamont Young, che desiderava creare una Venezia in miniatura a Napoli, ma piuttosto la stessa Van den Broeck. Il soggetto del libro non sono tanto i campanili contorti delle chiese e le piscine che sprofondano, quanto una topografia melodrammatica e iperpersonale della creatività, un paesaggio che per Van den Broeck appare costellato di pericoli e irto di rischi.
Olivia Laing, The Guardian

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1600 - 7 febbraio 2025
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