All’inizio del suo nuovo cupo, elegante, graffiante e divertente film, il maestro dell’horror cerebrale svela la sua ultima invenzione: un sudario funebre tecnologicamente avanzato che permette di vedere il corpo della persona amata decomporsi nella tomba. Così comincia una perlustrazione fluida e bizzarra di alcuni temi classici del cinema di Cronenberg (il deterioramento della carne, l’instabilità dell’immagine, la paranoia indotta dall’incursione della tecnologia in ogni aspetto della vita umana). Un’esplorazione permeata da una dimensione molto personale: Cronenberg si è ispirato alla vicenda della moglie, morta per un cancro nel 2017.
Justin Chang, The New Yorker
Canada / Francia 2024, 119’. In sala

Stati Uniti 2024, 88’. In sala

Una vita spesa al servizio di sogni e fantasie si scontra con una realtà spietata: una veterana showgirl di Las Vegas, Shelly, è costretta ad affrontare un futuro che non ha più bisogno del suo sorriso e della sua scollatura. Il terzo lungometraggio di Gia Coppola (nipote di Francis) dura poco meno di novanta minuti ed è stato girato in 18 giorni. La sua struttura è più un insieme di vignette che una storia lineare. E inizialmente si è tentati di liquidare come superficiali il film e la sua protagonista, con la sua vocina infantile. Ma nel complesso questo inno malinconico a un’era che sta per concludersi ha un suo potere. E Anderson, il cui personaggio s’interroga su cosa le riserva il futuro e sul peso delle scelte che hanno plasmato il suo passato, è perfetta: con la sua interpretazione, in un colpo solo, ha rimesso in discussione il modo in cui è stata percepita come attrice.
Wendy Ide, The Observer
Regno Unito 2023, 101’. In sala
Nella Londra degli anni trenta il critico teatrale Jimmy Erskine (McKellen) brandisce una penna al veleno e un’enorme influenza. Il nuovo proprietario del giornale dove scrive però è stufo delle sue stravaganti note spese. Erskine è costretto a servirsi dell’attrice Nina Land (Arterton), che ha stroncato più e più volte, per aiutarlo a tenersi il lavoro. I riferimenti al fascismo strisciante e alla persecuzione delle persone lgbt (e in generale delle minoranze) non riescono a incidere in un film che impiega troppo a prendere forma. McKellen si diverte nel ruolo di un antieroe interessante, pungente e amaro. Ma è praticamente solo lui a catturare l’attenzione.
Helen O’Hara, Empire
Regno Unito / Italia / Svizzera / Stati Uniti 2025, 133’. In sala
Nick Hamm si lascia andare a qualche follia alla Trono di spade nella sua rivisitazione del mito di Guglielmo Tell, con un cast di prim’ordine. Non si vedevano arti mozzati in questo modo dai tempi del cavaliere nero dei Monty Python. Non può mancare il momento cruciale della storia dell’eroe svizzero cinquecentesco che si ribella alla tirannia degli Asburgo, cioè quando è costretto a centrare con la sua balestra una mela sulla testa del figlio. Altri elementi (la moglie musulmana e il figlio adottivo) non fanno parte del dramma teatrale di Schiller a cui s’ispira il film. C’è anche qualche tentativo di suggerire un’estensione in stile saga dei supereroi. Ridicolo, ma gli interpreti si prendono sul serio e nel complesso il film è divertente in maniera innocente.
Peter Bradshaw, The Guardian
Stati Uniti 2025, 108’. In sala
Gli abitanti di Holland vivono in quello che sembra un idillio olandese, mulini e tulipani compresi. I sospetti di Nancy (Kidman) sulle possibili infedeltà del marito sembrano condurre a un inquietante segreto. La sceneggiatura è un pasticcio e Cave (Fresh) prova a coprirne i difetti sotto un velo d’ironia visiva, sperando che nessuno si accorga che è una presa in giro e che sotto la superficie non c’è proprio niente.
Clarisse Loughrey, The Independent