Elon Musk e Donald Trump hanno ereditato uno stato con poteri senza precedenti e lo stanno facendo a pezzi. Hanno anche ereditato una serie di alleanze che hanno retto la più grande economia nella storia del mondo. E stanno distruggendo anche queste.

Il 28 marzo il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance ha visitato per tre ore una base statunitense in Groenlandia insieme a sua moglie. Ad accompagnarli c’erano anche il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e la moglie. Dopo aver usato una chat di gruppo, in cui è stato incluso per sbaglio un giornalista, per discutere di un attacco militare in corso – infrangendo presumibilmente la legge – Waltz e Vance forse speravano di distrarre l’opinione pubblica accodandosi a un viaggio inizialmente presentato come una trasferta della moglie del vicepresidente per assistere a una corsa di slitte trainate da cani.

La minaccia nell’Artico evocata da Vance è la Russia. Ma oggi gli Stati Uniti sostengono Mosca contro l’Ucraina

Il contesto della vicenda è che secondo Trump gli Stati Uniti dovrebbero prendersi la Groenlandia, una regione autonoma della Danimarca. Il piano originale prevedeva una visita di Usha Vance ai groenlandesi, a quanto pare secondo la logica per cui la second lady avrebbe efficacemente istigato una sottomissione coloniale. Ma nessuno ha voluto incontrarla e le aziende dell’isola si sono rifiutate di fare da sfondo alle foto pubblicitarie e perfino di servire gli statunitensi, venuti sull’isola senza invito. Perciò la coppia ha ripiegato su una rapida visita alla base spaziale di Pituffik. Nella struttura, che si trova nell’estremo nord dell’isola, si sono fatti scattare delle foto e hanno pranzato con i soldati e le soldate. Hanno usato la base come sfondo di una conferenza stampa in cui non è stato detto niente di sensato. Vance, che non era mai stato prima in Groenlandia, ha parlato ai groenlandesi convinto di sapere come dovrebbero vivere. Ha fatto un appello agli abitanti dell’isola, nessuno dei quali era presente. Ha dichiarato che la Danimarca non sta garantendo la sicurezza nell’Artico, e che Wash­ington lo farebbe. La Groenlandia dovrebbe quindi far parte degli Stati Uniti.

Ci vuole una certa pazienza per sbrogliare tutte queste assurdità. La base di Pituffik esiste solo perché la Danimarca ha permesso agli Stati Uniti di costruirla. È servita per decenni come una parte dell’arsenale nucleare statunitense e poi come un sistema di allarme rapido contro un eventuale attacco nucleare prima sovietico e poi russo.

Quando Vance dice che la Danimarca non sta proteggendo la Groenlandia e la base, ignora anni di cooperazione e la stessa Nato, di cui la Danimarca è uno stato fondatore. Gli Stati Uniti hanno già il compito di difendere la Danimarca e la Groenlandia, come è compito della Danimarca (insieme agli altri stati dell’alleanza) proteggere a sua volta Washington.

Magari gli statunitensi potrebbero ridacchiare a questa idea, ma sarebbe un’arroganza ingiustificata. Sono gli unici ad aver invocato l’articolo 5, l’obbligo di difesa reciproca del trattato atlantico, dopo l’11 settembre 2001. E gli alleati europei hanno risposto. Il numero di soldati danesi uccisi in Afghanistan in rapporto alla popolazione del paese è quasi pari a quello dei soldati statunitensi. Gli americani se lo ricordano?

La minaccia nell’Artico evocata da Vance è la Russia e naturalmente la missione della Nato è difendersi da un attacco russo. Ma oggi gli Stati Uniti sostengono Mosca nella guerra contro l’Ucraina. Nessuno sta facendo più di Kiev per contenere quella minaccia, ma Vance è contrario a sostenere l’Ucraina, diffonde la propaganda russa e si è fatto notare per aver urlato in faccia al presidente Volodymyr Zelenskyj nello studio ovale.

Di questo passo gli Stati Uniti dovranno combattere guerre per ottenere cose che, fino a poco fa, bastava chiedere

In Groenlandia ha dato la colpa dei morti in Ucraina a Joe Biden invece che a Putin. Grottesco. Ha affermato che è in vigore un cessate il fuoco energetico tra Russia e Ucraina. In realtà, Mosca l’ha subito violato e sta preparando una grande offensiva di primavera. E la risposta del duo Musk-Trump è stata ignorare questa realtà, mettendo fine agli aiuti per Kiev dell’epoca Biden. Nel frattempo la Danimarca ha dato all’Ucraina in termini pro capite il quadruplo degli aiuti forniti dagli Stati Uniti.

La Groenlandia, la Danimarca e gli Stati Uniti sono stati coinvolti per quasi un secolo in una fitta trama di accordi di sicurezza, che contemplano le ipotesi peggiori. La sicurezza artica, questione scoperta da Trump e Vance in tempi recenti, è stata per decenni un’ossessione durante e dopo la guerra fredda. Oggi a Pituffik ci sono meno di duecento soldati statunitensi, mentre un tempo ce n’erano diecimila; c’è solo questa base, mentre una volta ce n’erano una decina. Ma questa è la politica statunitense, non è colpa della Danimarca.

Gli Stati Uniti sono rimasti indietro rispetto ad alleati e rivali nell’Artico, in parte perché il partito di Vance per decenni ha negato il riscaldamento globale, rendendo difficile alla marina militare convincere il congresso che bisogna ordinare navi rompighiaccio. Gli Stati Uniti ne hanno solo due operative; l’amministrazione Biden aveva intenzione di collaborare con il Canada, e con la Finlandia, che ne costruisce molte, per stare al passo della Russia, che ne possiede più di tutti. Il piano avrebbe permesso a Washington di superare le capacità di Mosca nel settore. Questo è uno dei tanti esempi di come la cooperazione con gli alleati della Nato potrebbe tornare utile agli Stati Uniti. Non è chiaro cosa ne sarà di quell’accordo ora che Trump e Vance definiscono il Canada, al pari della Danimarca, come un paese rivale o addirittura un nemico. Probabilmente si disintegrerà.

Come tutto quello che fa il duo Musk-Trump, è facile rispondere alla domanda: chi ci guadagna? La Russia. Mettendo in crisi i rapporti con la Danimarca e il Canada, i due alleati più stretti degli Stati Uniti negli ultimi ottant’anni, gli uomini di Trump stanno privando Washington dei vantaggi in termini di sicurezza, creando un caos che avvantaggia Putin.

L’imperialismo statunitense verso la Danimarca e il Canada non è solo moralmente sbagliato. È disastroso da un punto di vista strategico. Gli Stati Uniti non hanno niente da guadagnare da questo atteggiamento, e molto da perdere. Potrebbero ottenere le stesse cose dialogando con la Danimarca o il Canada. L’esistenza stessa della base di Pituffik lo dimostra. Nell’atmosfera di amicizia che ha prevalso negli ultimi ottant’anni, è stato possibile trattare a buone condizioni tutte le risorse minerarie del Canada e della Groenladia.

L’unico modo di mettere in discussione questo accesso facile alle risorse era seguire la traiettoria scelta da Musk e Trump: guerre commerciali con Canada ed Europa, e minacce di conflitto armato e annessione. Di questo passo gli Stati Uniti dovranno combattere guerre per ottenere cose che, fino a poche settimane fa, bastava chiedere.

Molti cercano di comprendere qual è la strategia alla base di tutto questo. Ma non c’è. È solo insensatezza che va a vantaggio dei nemici degli Stati Uniti.

Prima di andarsene, Vance ha detto ai groenlandesi che la vita con gli Stati Uniti sarebbe migliore che con la Danimarca. I funzionari danesi sono stati troppo diplomatici per rispondere direttamente a questi insulti pronunciati nel loro territorio.

Permettetemi però solo di suggerire alcune possibili risposte, così su due piedi. Il duo Musk-Trump tratta l’Europa come se fosse un abisso di decadenza, e dice che le alleanze con le dittature sarebbero in qualche modo meglio. Ma l’Europa non è solo la terra di alleati tradizionali: è anche una regione invidiabile di democrazia, ricchezza e benessere con cui è vantaggioso avere buoni rapporti e da cui a volte si può imparare.

Gli Stati Uniti sono al ventiquattresimo posto al mondo nella classifica dei paesi più felici. Non male. Ma la Danimarca è seconda (dopo la Finlandia). Su una scala da uno a cento, la Freedom House assegna alla Danimarca un punteggio di 97, mentre agli Stati Uniti 84, e arretreranno di parecchio quest’anno. Un cittadino statunitense ha dieci volte più probabilità di finire in carcere di un danese. I danesi hanno accesso a un sistema sanitario universale e gratuito; gli statunitensi spendono molti soldi per ammalarsi più spesso ed essere curati peggio quando stanno male. La Danimarca è il paese dello scrittore per bambini Hans Christian Andersen. Gli Stati Uniti dello scrittore per bambini JD Vance. Negli Stati Uniti la probabilità per i bambini di morire prima dei cinque anni è doppia rispetto alla Danimarca. ◆ fdl

Questo articolo è uscito sul quotidiano britannico The Guardian.

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Questo articolo è uscito sul numero 1608 di Internazionale, a pagina 40. Compra questo numero | Abbonati