Un po’ alla volta, la luminosa sala da pranzo di un hotel di campagna vicino a Potsdam, a ovest di Berlino, si riempie di persone. Sono una ventina. Esponenti dell’Alternative für Deutschland (Afd, il principale partito di estrema destra in Germania), militanti del Movimento identitario o di confraternite studentesche nazionaliste. Ci sono anche medici, avvocati, politici, imprenditori e due rappresentanti dell’Unione cristiano democratica (Cdu) legati all’associazione conservatrice Unione dei valori.
Un articolo pubblicato di recente sul settimanale Die Zeit sottolineava la vicinanza di uno dei gestori dell’albergo con gli ambienti dell’estrema destra. I promotori dell’appuntamento sono Gernot Mörig, ex dentista di Düsseldorf sulla sessantina, e Hans-Christian Limmer, imprenditore molto noto nel settore della ristorazione, socio dell’azienda BackWerk, della catena di fast food Hans im Glück e del servizio di catering Pottsalat. Al contrario di Mörig, Limmer non è andato all’incontro. Ci ha spiegato che non era d’accordo sull’ordine del giorno e che non ha “svolto alcun ruolo” nella preparazione dell’evento.
Prologo. Dietro le quinte
È sabato mattina, 25 novembre 2023. La neve si accumula sulle auto parcheggiate nel cortile. Quello che va in scena nell’albergo Adlon somiglia a uno spettacolo teatrale distopico, ma è tutto vero. Mostra cosa può succedere quando si uniscono ideologi di estrema destra, rappresentanti dell’Afd e ricchi personaggi dell’estrema destra. Il loro obiettivo comune è la possibilità di espellere milioni di persone dalla Germania sulla base di criteri razzisti, indipendentemente dal fatto di possedere o meno un passaporto tedesco.
La riunione doveva rimanere segreta. Organizzatori e invitati hanno comunicato solo attraverso lettere cartacee. Tuttavia, una copia della corrispondenza ci è stata consegnata. Abbiamo fatto delle foto e abbiamo anche potuto filmare con discrezione l’albergo. Uno dei nostri giornalisti si è registrato alla reception sotto falso nome, ha seguito da vicino l’evento e ha potuto osservare chi ha partecipato. Inoltre, Greenpeace ha effettuato delle ricerche e ci ha fornito immagini e documenti. I nostri giornalisti hanno potuto parlare con alcuni esponenti dell’Afd. Diverse fonti ci hanno confermato le dichiarazioni dei partecipanti.
In questo modo abbiamo potuto ricostruire l’incontro. Si è trattato di qualcosa di molto diverso rispetto a una semplice riunione di simpatizzanti dell’estrema destra. Tra i partecipanti c’erano alcuni esponenti influenti dell’Afd. Uno di loro ha un ruolo fondamentale in questa storia e quel giorno si è vantato di parlare a nome del comitato direttivo del partito. È il consigliere di uno dei due leader dell’Afd, Alice Weidel.
La riunione – organizzata dieci mesi prima delle elezioni regionali del settembre 2024 in Turingia, Sassonia e Brandeburgo – mostra che l’ideologia razzista è molto radicata nel partito. E non si limita a delle semplici intenzioni: alcuni responsabili politici vogliono agire di conseguenza, anche se l’Afd afferma di non essere un partito di estrema destra.
È un tema giuridicamente delicato per l’Afd, al centro di un dibattito per metterlo al bando. Ma questa è solo un’anticipazione di quello che potrebbe succedere se l’Afd dovesse arrivare al potere in Germania. Quello immaginato durante il fine settimana all’Adlon è un vero e proprio attacco contro la costituzione tedesca.
Personaggi
Gli esponenti dell’Afd: Roland Hartwig, braccio destro della presidente del partito Alice Weidel; Gerrit Huy, deputata del Bundestag, il parlamento tedesco; Ulrich Siegmund, capogruppo parlamentare della Sassonia-Anhalt; Tim Krause, vicepresidente del distretto di Potsdam.
Il clan Mörig: Gernot Mörig, dentista pensionato di Düsseldorf; Arne Friedrich Mörig, figlio di Gernot; Astrid Mörig, moglie di Gernot.
I neonazisti: Martin Sellner, militante di estrema destra austriaco; Mario Müller, pregiudicato; un ragazzo del movimento identitario.
Padroni di casa: Wilhelm Wilderink, Mathilda Martina Huss.
Esponenti di organizzazioni legate alla destra e all’estrema destra: Simone Baum e Michaela Schneider dell’Unione dei valori; Silke Schröder dell’associazione per la difesa della lingua tedesca Verein deutsche sprache; Ulrich Vosgerau, ex componente del consiglio d’amministrazione della fondazione Desiderius-Erasmus.
Altri invitati: Alexander von Bismarck; Henning Pless, naturopata e specialista di discipline esoteriche di estrema destra; un imprenditore nel settore dell’informatica sostenitore dell’ideologia nazista Blut und boden; un neurochirurgo austriaco; due dipendenti dell’albergo.
Atto 1, scena 1. Un albergo di campagna
L’albergo si trova sul lago Lehnitz, non lontano da Potsdam. È un edificio degli anni venti con un tetto di tegole rosse e vista sul lago. I primi invitati arrivano venerdì. Un suv bianco con la targa di Stade (Bassa Sassonia) parcheggia nel cortile, dai finestrini esce la musica del gruppo rock Frei.Wild: “Noi, noi, noi, noi creiamo la Germania”.
Molti invitati arrivano sabato mattina e si dirigono verso una tavolata apparecchiata per trenta persone, ogni piatto con il suo bel tovagliolo ripiegato. Diversi hanno ricevuto un invito personale in cui si parla di una “rete esclusiva” e di un “contributo minimo” di cinquemila euro consigliato per partecipare. L’obiettivo del Forum di Düsseldorf, questo il nome che si è dato il gruppo, è raccogliere fondi tra cittadini facoltosi e imprenditori che vogliono segretamente aiutare delle coalizioni di estrema destra. “Abbiamo bisogno di patrioti in grado di fare qualcosa di concreto e di personalità che sostengano finanziariamente queste attività”, chiarisce l’invito.
Ma qual è la finalità di questi contributi? La prima indicazione viene da una lettera firmata dagli organizzatori, il dentista Gernot Mörig e l’uomo d’affari Hans-Christian Limmer. Nel testo, che Correctiv ha potuto consultare, Mörig parla di “un concetto globale, cioè un piano strategico” che sarà introdotto da un oratore, Martin Sellner, cofondatore del Movimento identitario austriaco. Tutti coloro che hanno partecipato al weekend sapevano quindi di cosa si sarebbe parlato.
Atto 1, scena 2. Una tabella di marcia
Sellner, scrittore e figura di spicco dell’estrema destra europea, è il primo a parlare all’incontro. Mörig lo introduce, spiegando che è lui ad avere ideato il “piano strategico” che è il punto fondamentale dell’incontro: la “remigrazione”. Secondo l’organizzatore, infatti, questo è il tema centrale e sarà presentato da Sellner stesso: tutto il resto – le misure legate al coronavirus e alla vaccinazione, la situazione in Ucraina e in Medio Oriente – è solo motivo di divisione tra le correnti della destra tedesca. L’unico argomento che li unisce è sapere “se noi, in quanto popolo, potremo o meno sopravvivere in occidente”.
Quando prende la parola Sellner spiega che per “remigrazione” intende che ci sono tre gruppi di immigrati che devono lasciare la Germania per “scoraggiare l’insediamento degli stranieri”: i richiedenti asilo, gli immigrati regolari e i cittadini di origine straniera “non assimilati”. Secondo lui sono proprio questi ultimi a rappresentare il “problema” più grande. In altre parole, Sellner divide la popolazione tra chi dovrebbe vivere in Germania senza avere problemi e coloro per i quali questo diritto fondamentale non dovrebbe essere garantito.
Le riflessioni di quel giorno si possono sintetizzare in un unico concetto: le persone dovrebbero poter essere espulse dalla Germania se secondo loro hanno il colore della pelle sbagliato, l’origine sbagliata o se non sono sufficientemente “assimilati”, anche se a tutti gli effetti sono cittadini tedeschi. Di fatto è un attacco alla costituzione tedesca, in particolare al diritto di cittadinanza e al principio di uguaglianza.
Atto 1, scena 3. Nessuna obiezione da parte dell’Afd
Durante la discussione non emerge alcuna critica sostanziale al “piano strategico”. La maggior parte dei partecipanti è favorevole, gli unici dubbi riguardano la sua fattibilità.
Silke Schröder, imprenditrice nel settore immobiliare e componente del consiglio d’amministrazione dell’associazione per la difesa della lingua tedesca Verein deutsche sprache, vicina alla Cdu, si chiede come tutto ciò dovrebbe funzionare nella pratica, perché se uno ha un passaporto “appropriato” è “un grosso problema”.
Ma secondo Sellner non lo è. Per lui basta mettere “sotto pressione” le persone per obbligarle ad adattarsi, per esempio attraverso delle “leggi ad hoc”. La remigrazione non potrà essere fatta rapidamente, si tratta di un “progetto che si svilupperà nell’arco di dieci anni”. Gli esponenti dell’Afd presenti non fanno obiezioni. Al contrario, la deputata dell’Afd Gerrit Huy sottolinea che da molto tempo sta perseguendo questo obiettivo.
Quando sette anni fa è entrata nel partito, Huy “pensava già alla remigrazione”. Per questo motivo l’Afd non si è più opposta alla doppia nazionalità. “Perché se qualcuno ha già un passaporto, possiamo ritirargli quello tedesco”. Come dice Huy, gli immigrati che possiedono un passaporto tedesco dovrebbero essere attirati in una sorta di trappola.
Nella sala è presente anche il capogruppo dell’Afd al parlamento della Sassonia-Anhalt, Ulrich Siegmund. Nel corso dell’incontro interverrà per chiedere finanziamenti. È una persona influente, perché il partito a livello statale ha un alto indice di gradimento. Il suo discorso, in linea con il “piano strategico”, propone di trasformare il paesaggio urbano tedesco e mettere sotto pressione i ristoranti stranieri. “Per questa gente vivere in Sassonia-Anhalt dovrebbe diventare il meno attraente possibile”. E tutto ciò potrebbe essere fatto in modo semplice. Le sue proposte potrebbero avere delle conseguenze già nelle prossime elezioni.
Abbiamo inviato ad alcuni dei partecipanti delle domande sulla riunione, chiedendo tra l’altro cosa pensavano delle principali dichiarazioni che erano state fatte. Fino alla pubblicazione dell’articolo, Gerrit Huy non ha risposto alle nostre domande, così come Roland Hartwig o il comitato direttivo del partito.
Siegmund ha dato mandato a uno studio di avvocati di scrivere che non era alla riunione in veste di deputato dell’Afd ma a titolo “personale”. Nella sua risposta lo studio di avvocati ha lasciato in sospeso il modo in cui Siegmund considera il concetto di “remigrazione”: nella dichiarazione rilasciata viene semplicemente detto che il suo scopo non è quello di “espellere illegalmente” delle persone.
Mörig ha preso le distanze dalle dichiarazioni; “ricorda” in modo diverso le affermazioni di Sellner. Se avesse sentito delle dichiarazioni del genere, scrive Mörig, “avrebbe senza dubbio mosso delle obiezioni”, in particolare per quanto riguarda il trattamento disuguale dei cittadini tedeschi.
Recentemente l’Afd ha ottenuto diversi successi elettorali e non vuole fermarsi. Secondo alcuni sondaggi, il partito arriverebbe al 30 per cento delle intenzioni di voto nei länder della Sassonia e della Turingia, davanti alla Cdu, ai socialdemocratici e ai Verdi. Ma al tempo stesso il partito è sotto pressione. L’ufficio federale per la protezione della costituzione, cioè i servizi di sicurezza interna della Germania, ha definito le federazioni dell’Afd in Turingia, in Sassonia-Anhalt e in Sassonia come delle organizzazioni di estrema destra.
Negli ultimi tempi si parla sempre di più dell’interdizione di questo partito. Più di 660mila persone hanno firmato una petizione in favore di questa misura e il deputato della Cdu Marco Wanderwitz pensa di presentare una mozione di interdizione al bundestag. Tuttavia l’Afd si presenta come una forza politica democratica. “In quanto partito fondato sullo stato di diritto, l’Afd si è impegnato senza riserve in favore del popolo tedesco, che è la somma di tutti i cittadini tedeschi”, dichiara sul suo sito. Gli immigrati titolari di un passaporto tedesco sono “tedeschi quanto i discendenti di una famiglia che vive in Germania da secoli”, e “per [il partito] non ci sono cittadini di serie A e di serie B”.
Tuttavia le dichiarazioni fatte nel corso della riunione sono molto diverse da questo discorso di facciata. In questa occasione i politici dell’Afd, sia donne sia uomini, hanno manifestato liberamente i loro ideali nazionalistici, senza distinguersi dagli ideologi di estrema destra presenti al loro fianco.
Atto 1, scena 4. L’utopia dei nazisti
Fuori la neve si sta sciogliendo. L’organizzatore Mörig, di solito piuttosto scettico, quel 25 novembre è ottimista e questo ha molto a che vedere con il “piano strategico” del militante di estrema destra Martin Sellner.
Si fa strada l’idea di creare uno “stato modello” in Nordafrica. Sellner spiega che in questa regione potrebbero vivere fino a due milioni di persone da “trasferire”. Ci sarebbero opportunità di formazione e di sport. E potrebbe andarci anche chi sostiene i rifugiati.
Il progetto di Sellner ricorda quello del 1940 dei nazionalsocialisti che prevedeva di deportare quattro milioni di ebrei in Madagascar. Difficile dire se Sellner abbia in testa tale esempio. Un’altra coincidenza intorno a questa riunione cospirativa è la scelta da parte degli organizzatori di un albergo che si trova a soli otto chilometri dalla villa della conferenza di Wannsee, dove i nazisti misero a punto la “soluzione finale della questione ebraica”.
Sellner evoca poi il “voto etnico”, un altro termine proveniente dalla retorica dell’estrema destra. “Non solo gli stranieri vivono qui, ma possono anche votare”, spiega Sellner. Per lui “voto etnico” vuol dire che le persone con una storia d’immigrazione voterebbero soprattutto per i partiti “favorevoli ai migranti”. In questo modo Sellner non solo delegittima le elezioni in quanto tali, ma trasforma in stranieri nel loro stesso paese dei cittadini tedeschi. Secondo i dati dell’ufficio federale di statistica, in Germania 20,2 milioni di persone hanno un “passato d’immigrazione”, cioè sono loro stesse immigrate dopo il 1950, o discendono da immigrati.
È evidente che le strategie di diversi esponenti dell’estrema destra si intrecciano tra loro: Sellner fornisce le idee, l’Afd le riprende e le diffonde nel partito. Sullo sfondo alcune ricche personalità si occupano di fare rete. Il dibattito ruota intorno alla stessa domanda: come riuscire a creare una comunità etnica omogenea?
Atto 2, scena 1. Gli influencer al servizio del piano di espulsione
Ora si tratta di evocare gli aspetti pratici, le tappe successive. Mörig, che in risposta alle nostre domande si descriverà come “l’unico organizzatore”, parla di un comitato di esperti che dovrà elaborare questo piano – l’espulsione delle persone di origine immigrata, compresi i cittadini tedeschi – da un “punto di vista etico, giuridico e logistico”. Mörig ha già un nome in mente: Hans-Georg Maaßen, ex capo dell’ufficio per la protezione della costituzione e grande promotore dell’unione delle destre.
Quel giorno il nome di Maaßen torna di frequente. Secondo diversi mezzi d’informazione, l’ex alto funzionario e membro della Cdu starebbe pensando alla creazione in gennaio di un suo partito. Le persone presenti nella sala ne sono al corrente e in diverse occasioni durante la conferenza parlano di questa futura formazione. Ma non sembrano prendere molto sul serio questo nuovo partito. Sono più concentrati sui loro progetti e vogliono essere pronti quando “in questo paese una forza patriottica si sarà fatta carico delle sue responsabilità”, afferma Mörig.
La discussione si concentro su come l’idea di “remigrazione” dovrebbe diventare una strategia politica. Sellner dice che per riuscirci bisogna costruire un “potere metapolitico e prepolitico”, così da “cambiare il clima nell’opinione pubblica”. Di fatto questo significa che i fondi devono andare verso dei progetti di promozione e di propaganda, in movimenti di azione e in progetti universitari. In questo modo si potrà costruire un’opinione pubblica di estrema destra e al tempo stesso indebolire la democrazia mettendo in dubbio le elezioni, screditando la corte costituzionale, eliminando le opinioni critiche e combattendo i mezzi d’informazione pubblici.
Atto 2, scena 2. Come se il rapporto di forza fosse già cambiato
Nel corso della giornata i partecipanti si succedono e ogni intervento dura circa un’ora. Nel frattempo viene servito il pranzo e una dipendente dell’albergo sembra irritata dal numero di persone a tavola.
Nel pomeriggio parla Ulrich Vosgerau. Avvocato e componente del consiglio di amministrazione della fondazione Desiderius-Erasmus, vicina all’Afd, ha rappresentato il partito davanti alla corte costituzionale federale nel contenzioso sui finanziamenti della fondazione.
Il costituzionalista parla del voto per corrispondenza. S’interroga sul processo elettorale, sulla segretezza del voto, ed esprime le sue preoccupazioni sui giovani elettori di origine turca che sarebbero incapaci di farsi un’idea indipendente. In risposta alle nostre domande, Vosgerau conferma di aver detto queste cose, ma afferma di non ricordare niente a proposito dell’idea di espellere dei cittadini tedeschi, idea peraltro affrontata durante l’intervento di Sellner. In vista delle prossime elezioni, il costituzionalista suggerisce la stesura di un modello di lettera da elaborare prima delle elezioni per contestarne la legalità. La fine del suo intervento è salutata da numerosi applausi.
Altri ritengono che il rapporto di forza tra i partiti tradizionali e l’estrema destra sia già cambiato. In questo senso si esprime Mario Müller, estremista condannato già diverse volte per atti violenti e attualmente assistente del deputato dell’Afd Jan Wenzel Schmidt.
Atto 3, scena 1. Il clan Mörig
Attraverso le finestre crociate dell’edificio, si possono osservare i partecipanti all’incontro. La sala trasmette uno splendore d’altri tempi: una spinetta in un angolo, un antico orologio al muro, molti invitati in giacca e cravatta. I piani sono definiti, quanto meno a grandi linee. Ma tutto dipende dai finanziamenti. Mörig ne è perfettamente consapevole: negli anni settanta era il dirigente federale della Bundes heimattreuer jugend (Associazione dei giovani fedeli alla patria), un gruppuscolo di estrema destra che promuoveva l’ideologia Blut und boden (sangue e terra). L’associazione che ne ha preso il posto, Heimattreu deutsche jugend, è stata dichiarata illegale nel 2009 per la sua ideologia nazista. Andreas Kalbitz, ex responsabile dell’Afd nel land del Brandeburgo, è stato escluso dal partito perché era stato invitato a un campo estivo di questo gruppo.
È stato Mörig a selezionare gli invitati e a stabilire il programma. È lui che nella sua lettera ha parlato di “piano strategico” e ha chiesto dei contributi agli invitati. Il denaro raccolto, spiegherà più tardi, sarà utilizzato per sostenere delle organizzazioni come quella di Sellner.
Mörig mostra una lista di persone che hanno fatto delle promesse o che hanno già versato del denaro; cita anche chi non è presente, come Christian Goldschagg, fondatore della rete di palestre Fit-Plus ed ex socio della casa editrice Süddeutscher Verlag. Goldschagg ci spiega di non aver “trasferito alcuna somma per questo evento o per il suo progetto” e di non avere niente a che vedere con l’Afd. Viene citato anche Klaus Nordmann, uomo d’affari della Nordreno-Vestfalia e grande finanziatore dell’Afd. In risposta alle domande della redazione, assicura di non aver versato il contributo di cinquemila euro e di non essersi sentito obbligato a farlo.
Mörig fa altri nomi. Nell’albergo è presente anche Alexander von Bismarck, che ha fatto parlare di sé per il suo sostegno all’invasione russa dell’Ucraina. Mörig parla anche di chi avrebbe versato un’importante “somma a tre zeri”, o potrebbe ancora farlo.
Finora i contributi sono stati effettuati attraverso il conto privato del cognato banchiere. Ma Mörig annuncia che “la prossima volta ci sarà probabilmente un’associazione non registrata” attraverso la quale potranno essere effettuati i versamenti.
Atto 3, scena 2. Un uomo politico dell’Afd chiede più di un milione di euro
A quanto pare anche Ulrich Siegmund, capogruppo parlamentare dell’Afd in Sassonia-Anhalt, ha bisogno di soldi. Durante la riunione il politico chiede apertamente dei contributi: pensa già alle elezioni e alla propaganda elettorale che vorrebbe inviare direttamente nelle cassette postali degli elettori e delle elettrici.
Siegmund dice che gli piacerebbe che tutti ricevessero una lettera almeno una volta. Sarebbe necessaria anche una campagna pubblicitaria tradizionale alla radio e alla televisione. Ma vuole di più, sarebbero necessari 1,37 milioni di euro “oltre a quelli forniti dal partito”. I contributi ai partiti sono “ovviamente la soluzione migliore”, dichiara Siegmund. “Tuttavia”, aggiunge, esistono “dei mezzi legali per fare dei versamenti diretti” aggirando le casse del partito – cosa che invece non è proprio legale.
Atto 3, scena 3. Il braccio destro di Alice Weidel
Il fatto che una parte dell’Afd abbia dei legami stretti con i neonazisti e con l’estrema destra non è affatto una novità. Finora però il partito ha attribuito il problema ad alcune federazioni locali o a casi isolati.
Tuttavia alla riunione segreta nell’albergo è presente anche un rappresentante della direzione del partito: Roland Hartwig, ex deputato dell’Afd, assistente personale della presidente dell’Afd Alice Weidel e secondo diverse fonti “segretario generale non ufficiale del partito”. In altre parole qualcuno che esercita una grande influenza dietro le quinte ai più alti livelli decisionali del partito.
Davanti agli invitati Hartwig confessa di essere un fan del militante Sellner, di cui ha letto il libro “con grande piacere”; fa inoltre riferimento al “piano strategico” discusso in precedenza ed evocato da Mörig. Hartwig continua affermando che l’Afd starebbe pensando a una causa contro il sistema radio e tv pubblico e a una campagna che mostrerà fino a che punto le sue strutture locali siano lussuosamente attrezzate.
Il progetto presentato dal figlio di Mörig durante la riunione deve anche essere visto nel contesto dell’intervento di Sellner: Arne Friedrich Mörig vorrebbe creare un’agenzia che riunisce degli influencer di destra. Hartwig evoca la possibilità che l’Afd partecipi al suo finanziamento. Il suo obiettivo è quello di influenzare le elezioni, in particolare attraverso le ragazze e i ragazzi: “La generazione che dovrà invertire la rotta è già qui”. Vuole attirare i più giovani su TikTok o YouTube attraverso contenuti politici prodotti da questi influencer.
Secondo Hartwig la prossima tappa sarà quella di presentare il progetto al consiglio direttivo federale e di convincere il partito sui vantaggi che potrà ottenere da questo progetto. Hartwig pronuncia una frase molto significativa: “Il nuovo consiglio direttivo, in carica da un anno e mezzo, è disponibile sulla questione. Siamo quindi pronti a spendere dei soldi e a occuparci di argomenti che non procurino vantaggi solo al partito”.
Si ha l’impressione che Hartwig, braccio destro di Alice Weidel, svolga il ruolo di intermediario con il consiglio direttivo dell’Afd, in modo da trasmettere al partito i progetti che potrebbero nascere da questa riunione. Hartwig non ha ancora risposto alle nostre domande.
Epilogo
La sera dopo è tutto calmo. L’albergo sembra deserto. Quello che resta è:
un dentista di estrema destra che ha svelato la sua rete di cospiratori; una riunione di estremisti di destra con dei rappresentanti federali dell’Afd; un piano strategico per espellere in massa dei cittadini tedeschi, violando gli articoli 3, 16 e 21 della costituzione; la rivelazione di diversi potenziali finanziatori dell’estrema destra provenienti dalla ricca borghesia tedesca; un costituzionalista che descrive i metodi giuridici per mettere in discussione le elezioni democratiche; un capogruppo parlamentare dell’Afd della Sassonia-Anhalt che sollecita dei contributi elettorali aggirando il suo stesso partito; un proprietario d’albergo che ha potuto guadagnare un po’ di soldi per coprire le sue spese.
Gli autori di questo articolo sono Marcus Bensmann, Justus von Daniels, Anette Dowideit, Jean Peters e Gabriela Keller.
L’originale è stato pubblicato su Correctiv.
(Traduzione di Andrea De Ritis)
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