*Sono gay e da un anno frequento un cristiano devoto. Abbiamo un bellissimo rapporto, molti interessi in comune e un grande rispetto per le idee dell’altro. Io però non sono un cattolico religioso, e lui è un cristiano ortodosso. I suoi amici sono contrari al matrimonio gay e pensano che l’omosessualità sia una cosa immorale, per cui sono anche contrari al nostro rapporto. *

Visto che io non sono un cristiano osservante, loro dicono che non dovremmo sposarci. Altri gli dicono direttamente che non dovrebbe essere gay, e che siccome è gay Dio non lo ama. Io mi rifiuto di frequentare i suoi amici, perché li considero degli imbecilli coi paraocchi. Sbaglio a pensarlo?

Purtroppo, a volte anche lui pensa che Dio lo odi per il fatto che è omosessuale. Io cerco di rassicurarlo, dicendogli che Dio non lo odia. Eppure lui lo pensa lo stesso, perché lo dicono i suoi “amici”. Secondo me dovrebbe mandarli a quel paese, perché sono degli stronzi. La cosa che mi spaventa è che lui a queste persone dà retta. Secondo te il nostro rapporto può funzionare? Lui deve tagliare i ponti con quei fanatici? Dimmi qualcosa. Ho bisogno di risposte. Grazie.

–Devoutly Gay Washingtonian

Nel corso degli anni, questa rubrica ha ospitato esperti di ogni tipo. Sessuologi, professionisti del sesso, medici, sociologi, psicologi, studiosi, attivisti per il diritto al matrimonio, attivisti trans, eccetera. Ma l’esperto di questa settimana è una novità assoluta.

“Come vescovo, sono convinto di una cosa: Dio ama il fidanzato di DGW, così come ama DGW e ama me e tutti quanti in un modo per noi inimmaginabile”, dice il reverendo Gene Robinson, vescovo episcopale del New Hampshire oggi in pensione. Robinson è stato il primo sacerdote gay nominato vescovo in una comunità cristiana di grande rilievo (ed è anche il primo membro dell’episcopato storico – il primo nella successione apostolica che risale fino a san Pietro – a essere ospitato nella mia rubrica in qualità di esperto). Ho chiesto al vescovo di rispondere alla tua domanda, DGW, perché ho pensato che il suo parere, il parere di un credente come te, potesse avere più peso, agli occhi del tuo ragazzo, del parere di un ateo testa di cazzo come il sottoscritto.

“Questo ragazzo si trova davanti a due problemi: il primo riguarda la religione, il secondo cosa significa una relazione sana”, dice Robinson. “Il suo ragazzo sembra legato a una fede religiosa (quella cristiano ortodossa) e a degli amici che seguono l’insegnamento tradizionale della chiesa, cioè la condanna dell’omosessualità. La cosa più allarmante, tra quelle che DGW ci ha detto, è che il suo ragazzo a queste persone dà retta. Questo deve farlo soffrire molto”. Oggi però il tuo ragazzo non è più costretto a soffrire, sostiene il vescovo.

“In passato, la chiesa ha commesso diversi errori, come sostenere la schiavitù, e servirsi delle scritture per denigrare e sottomettere le donne. Viviamo un tempo in cui la chiesa comincia a rendersi conto di essersi sbagliata anche sulle persone LGBT”, dice Robinson. “Oggi esistono oasi di accettazione anche nelle chiese più repressive e severe. Se il fidanzato di DGW vuole scoprire com’è possibile leggere le scritture rendendosi conto che anche l’omosessualità fa parte del piano di Dio, che comprende diversità di ogni tipo, può senz’altro trovare una chiesa del genere. Anche all’interno di una confessione religiosa che ufficialmente condanna le persone LGBT. Oppure può cercare una diversa espressione della sua fede cristiana in una comunità religiosa che ami, valorizzi e gioisca dei suoi membri LGBT. Ma questa è una cosa che deve fare da solo. Non può farla DGW per lui”.

Quanto alla vostra relazione, DGW, anche Robinson pensa che l’incapacità del tuo ragazzo di separarsi dagli amici che lo maltrattano sia un brutto segno. “Se il fidanzato di DGW dà retta alla condanna della sua chiesa e dei suoi amici, mi domando quale gioia possa provare nella loro relazione”, dice il vescovo. “Quant’è libero di essere l’uomo gay che sa di essere, vivendo immerso in un questo senso di colpa? Il fidanzato di DGW deve fare i conti con la propria omofobia interiorizzata”.

In altre parole, DGW, a un certo punto dovrai forse dire al tuo ragazzo che può avere te oppure la sua ortodossia, i suoi terribili amici e quelle che, in questa fase della vita, sono soprattutto ferite spirituali autoimposte. Se il tuo ragazzo non riesce ad allontanarsi da quelle persone, DGW, se si rifiuta di trovare una chiesa che lo accolga (e accolga anche te!), allora forse sarai costretto a mollarlo.

L’ultimo libro di Gene Robinson, God believes in love: straight talk about gay marriage è in libreria. Seguite il vescovo Robinson su Twitter: @BishopGRobinson.

Sono una ragazza etero di 22 anni, e da quattro ho un fidanzato adorabile. Abbiamo cominciato a frequentarci il primo anno di università, e abbiamo perso la verginità insieme, durante il secondo. È un ragazzo fantastico, vivere con lui è bello, e ho come la sensazione che potrebbe essere “quello giusto”. Il mio problema: la nostra vita sessuale mi annoia, e non capisco perché.

Come amante lui è generoso, fa sempre in modo di farmi venire (il che a volte non è semplicissimo), pratica il rapporto orale su di me più spesso di quanto faccia io con lui, sa usare le dita, e non si fa prendere dall’insicurezza quando per raggiungere l’orgasmo io devo toccarmi o ricorrere a un vibratore. So di essere incredibilmente fortunata, eppure, dopo che sono venuta, mi sento sempre insoddisfatta. Non che abbia fantasie particolari, ma la mancanza di passione e di interesse che c’è in questo sesso all’acqua di rose mi sta uccidendo. Ho solo 22 anni, dio santo! Non è possibile che la mia vita sessuale sia già così noiosa!

Qualche volta lui si è lamentato che non prendo abbastanza spesso l’iniziativa. Ha paura che non sia attratta da lui, ma la verità è che non voglio costringerlo ad aspettare che io venga, quando da sola posso fare più in fretta. E farlo da sola vuol dire non dovermi preoccupare che lui si stanchi o si annoi. Come slancio sessuale, siamo più meno sulla stessa lunghezza d’onda. Ho solo bisogno di sapere da che parte cominciare per rendere le cose più interessanti.

–Bored In Bed

Avere un partner che si concentra come un raggio laser sul nostro piacere può sembrare una situazione ideale. Ma sentirsi sempre al centro dell’atto sessuale, dover sempre venire per primi, dover venire per forza… be’, dopo un po’ diventa sfiancante. Per cui tu ordina al tuo ragazzo di concentrarsi un po’ di più sul suo piacere, durante il sesso, e un po’ meno sul tuo.

Digli che, almeno per il momento, vuoi che lui dia di meno e prenda di più. E se lui teme di essere egoista puoi dirgli che da uno studio condotto alla Kwantlen polytechnic university della British Columbia è emerso che le persone con un partner sessuale egoista presentano livelli di soddisfazione sessuale più alti (Emerging adulthood: an age of sexual experimentation or sexual self-focus? di Hayley Leveque and Cory Pederson, 2010).

Io sono convinto, BIB, che quando al centro dell’attenzione non ci sarai più solo tu, quando non dovrai più vivere nella paura di questa marcia forzata verso l’orgasmo ogni volta che fate sesso, allora riuscirai a rilassarti, e anche a goderti il sesso molto di più. E magari qualche volta prenderai pure l’iniziativa. In bocca al lupo.

(Traduzione di Matteo Colombo)

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