Mio padre è appena morto. Era un pedofilo. Adesso stanno riemergendo un sacco di ricordi, sia per me sia per mio fratello. Molte delle cose che faceva le sapevamo, ma altre sono successe quand’eravamo così piccoli che non ne siamo sicuri.

Mio fratello mi ha appena rivelato che da sempre – e ultimamente molto più spesso – fa sogni in cui qualcuno gli mette il cazzo in bocca.

Lui è etero ed è sposato da più di 20 anni. Vorrebbe capire se sogni del genere capitano anche ad altri maschi eterosessuali, o se sono una specie di conseguenza degli abusi. Ha troppa paura di chiederlo ai suoi amici etero. Perciò lo chiedo io a te: gli uomini eterosessuali sognano mai di ritrovarsi un cazzo in bocca? Oppure è strano? Significa che uno è gay o cos’altro?

– The Brothers Grim

“Faccio le mie condoglianze a TBG per il lutto che ha subìto, pur con tutti i suoi risvolti complessi”, dice il dottor James Cantor, psicologo e professore dell’università di Toronto, oltre che direttore della rivista Sexual Abuse: A Journal of Research and Treatment. “La risposta alla sua domanda è: no. Pur essendo insolito, questo tipo di sogni non significa, di per sé, che un uomo sia gay o in qualche modo interessato al pene.

Non sono mai stati condotti studi ufficiali, ma gli uomini gay di solito sognano (e si masturbano pensando a) uomini in generale: muscoli e facce, persone famose o da cui sono attratti, atti sessuali preferiti, eccetera. Non mi è mai capitato di sentire un maschio omosessuale descrivere sogni ricorrenti di così lunga durata che avessero come oggetto soltanto un pene in bocca”.

Agli altri lettori, il dottor Cantor rivolge però una precisazione: “Per molto tempo in tanti hanno creduto che sogni come questo rappresentassero ricordi rimossi che tentavano di riaffiorare, ma al riguardo non sono mai state trovate prove convincenti. Molti sono anzi i danni fatti da psicoterapisti che, pur animati dalle migliori intenzioni, invece di aiutare i pazienti a recuperare i ricordi perduti hanno creato falsi ricordi di abusi, con il risultato di distruggere intere famiglie”.

Diciamolo quindi chiaramente e nero su bianco: “Fare sogni del genere, in sé e per sé, non significa che una persona abbia subìto abusi sessuali”.

Quello che effettivamente è un po’ strano, però, è il fatto che ricorrano da così tanto tempo. “Anche se i sogni non ci dicono nulla di specifico (ripeto: non sono ricordi in attesa di emergere, né grandi temi simbolici), possono però essere un indizio che nella sua mente si agita qualcosa”, dice il dottor Cantor.

“Se in generale la sua vita procede bene e questa è solo una stranezza innocua, niente da dire. Se invece il fratello accusa un senso di angoscia più generale, allora quell’angoscia – che essa derivi dagli abusi subiti nell’infanzia, dalla morte del padre o altro – può essere affrontata con l’aiuto di uno psicoterapista autentico e abilitato alla professione. Situazioni complicate come la vostra quasi sempre comportano emozioni tanto intense quanto contrastanti. Visto che TBG dice che per entrambi stanno riemergendo tanti altri ricordi, oltre a questi sogni, il punto di vista esterno e obiettivo di una persona capace di ascoltare può essere molto utile per fare chiarezza”.

Cosa devo dire a un fratello universitario che mi racconta troppi dettagli della sua vita sessuale? A mio fratello voglio bene, ma non ho bisogno di sapere quante donne si scopa. Una volta gli raccontavo anch’io i miei “trionfi”, ma all’epoca facevamo le superiori, e da allora sono cresciuto.

Lui è maturato in ritardo ed è un po’ insicuro, e credo che l’idea di avere successo socialmente e nel sesso lo esalti. Però non ho più voglia di sentirne parlare.

– Brotherly Boundaries

“Al mondo esistono due tipi di uomini, fratello mio. Quelli che non fanno altro che parlare di quanto scopano, e quelli che scopano tanto per davvero”.

Questa settimana nel Savage Lovecast: Dan intervista la blogger femminista Amanda Marcotte sull’isteria che circonda la sessualità femminile e sulla cultura del rimorchio nei campus universitari. Lo trovate su savagelovecast.com.

(Traduzione di Matteo Colombo)

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