Ho un’amica che va per i trent’anni ed è sposata con due bambini piccoli. Suo marito viene da un’infanzia difficile e ha una serie di problemi.
Dice che secondo lui c’è una bella differenza fra un’amante e una madre, e ormai si rifiuta di fare sesso con la moglie perché la vede più come la madre dei loro figli che come l’amante. Lei sta soffrendo e non sa cosa fare. Qualche consiglio?
– Miserable Undersexed Mom
Il mio consiglio? Non fare figli con gente pazza. Se però la tua amica non dispone di una macchina del tempo — o se ce l’ha ma è troppo legata ai figli — dovrebbe dire al marito che un matrimonio senza sesso non era nei patti.
Perciò deve prenderlo, trascinarlo da uno psicologo e fargli risolvere questo blocco da “sei la madre dei miei figli” (come mai non ha avuto lo stesso problema dopo la nascita del primo?).
Se la terapia non funziona, MUM, la tua amica deve dire al marito che la madre dei suoi figli intende trovarsi qualcuno che la scopi, oppure un avvocato divorzista, oppure un avvocato divorzista che la scopi.
Durante le feste mi è capitata una cosa un po’ imbarazzante. Uno dei nipoti di mia moglie di recente ha dichiarato di essere gay, il che non è un problema per nessuno di noi, ma ha creato qualche attrito tra i suoi parenti stretti.
Eravamo a cena con tutta la famiglia allargata, e dopo che ci siamo seduti a tavola io mi sono girato verso di lui e gli ho fatto un bel sorriso affettuoso, proprio per fargli capire che io e mia moglie eravamo dalla sua parte.
Lui ha risposto con il tipico sguardo “ti scoperei a sangue”. E non una volta sola: appena mi giravo dalla sua parte, la cosa si ripeteva. Intendiamoci: è un diciannovenne che ha appena fatto coming out, e io un quarantaduenne etero sposato con sua zia. Forse si annoiava, o forse voleva solo provocare.
Esiste un tipo di sguardo per dire “non sono interessato”, o meglio ancora “dacci un taglio, cazzo”? Da allora non lo abbiamo più visto, ma prima o poi succederà, e io voglio mostrarmi solidale ma senza incoraggiare cattivi comportamenti.
– Unnerving Nephew Crosses Line
La prossima volta che vuoi comunicare a un parente diciannovenne gay arrapato che sei dalla sua parte, UNCL, usa le parole. Per esempio: “Se hai bisogno di alleati, ragazzo mio, puoi contare su di noi”.
Perché un bel sorriso caloroso da parte di uno zio può facilmente essere frainteso come un invito a scoparsi il suddetto zio (in quanto segretamente gay e affamato di cazzo) o a prendere per il culo il sempre suddetto zio (in quanto benintenzionato ma paternalista). Allo stesso modo, il metodo migliore per comunicargli che deve darci un taglio è usare le parole, non gli occhi.
(Traduzione di Matteo Colombo)
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