Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono “l’altra” di un matrimonio non monogamo né etico. La moglie del mio amante non sa di me. Credo che lo abbia sposato per farsi una famiglia e perché andavano d’accordo. Quando cinque anni fa ho conosciuto il mio amante, lui ha definito il suo matrimonio “platonico”, e la moglie “la sua migliore amica”. Aveva tutte le ragioni per aspettarsi un matrimonio senza sesso, e fino a poco fa lei si è rifiutata di andare da un consulente di coppia. Poi hanno cominciato la terapia e ora fanno “sesso programmato”. Quando lui me lo ha detto, la mia prima domanda è stata: “Il consulente di coppia è un uomo?”. E ovviamente lo è. Io gli ho sconsigliato quell’approccio, ma senza chiamarlo per quello che è: uno stupro consensuale. Adesso io e lui non stiamo facendo sesso, perché ho dovuto mettere un punto: se lei sta facendo uno sforzo del genere, non voglio fare nulla per intralciarla.

So com’è fare sesso con qualcuno anche se non ti va. Dopo il caso Brett Kavanaugh, mi sono resa conto che la mia prima volta, a 16 anni, è stata uno stupro. Fu con un ragazzo che avevo conosciuto poche settimane prima a una festa, lo trovavo carino, e quando entrò nella mia stanza non avevo paura (eravamo in collegio). Come dice il mio psicologo, mi aspettavo sbaciucchiamenti da adolescente, e invece mi violentò nel bagno. L’idea di raccontarlo a qualcuno non mi aveva mai sfiorato, perché sapevo che mi sarei messa nei guai, e non lo avevo mai considerato uno stupro. Da quella volta ho fatto sesso in modo indiscriminato, spesso nei bagni, intontita dall’alcol. Ho cominciato a fare sesso da lucida solo verso i trent’anni.

Grazie alla terapia, cominciata dopo la nomina di Brett Kavanaugh alla corte suprema, mi sono resa conto di non aver mai permesso a nessuno di amarmi. E con mio grande stupore mi sono innamorata del mio amante. Mi sfugge il perché di questo sentimento. Prima di conoscere lui, il sexting mi sembrava stupido. Mi sbagliavo: è esaltante e mi emoziona. Quando vedo arrivare un suo messaggio, mi invade un calore meraviglioso e mi sento amata. Sono cose che non avevo mai provato. Non ho avuto una gran vita sentimentale, perciò non sono certa di sapere come sia l’amore, ma di sicuro è una bella sensazione. Lui dice di provare un’emozione simile – si scioglie, dice – quando riceve i miei messaggi, ma emotivamente non è disponibile perché “ama la moglie che non gli fa i pompini”. La ama davvero, e l’unico motivo per cui ho cominciato la relazione è che non credo che lei lo ami fisicamente.

Il mio amante è nella stessa situazione della tua lettrice TEARS_: intrappolato in un matrimonio senza sesso. Anzi è stata proprio la tua risposta a TEARS che mi ha spinto a scriverti. Visti da fuori sembrano una bella famiglia felice, che lui vuole tenere unita. Io sono combattuta. Lo amo, credo che la moglie non lo ami e so che lui la ama. Che razza di triangolo è? Lui dice che vuole solo qualcuno che abbia voglia di fare sesso. Sono sposati da meno di dieci anni e hanno tre figli piccoli. Io sono più grande di lui._

Perché insomma ti sto scrivendo? Volevo che i tuoi lettori sentissero la voce dell’“altra”. E anche chiederti: per tua esperienza, il sesso programmato aiuta davvero le coppie che hanno smesso di fare sesso?

– The Other One

P.S. Fermi tutti! Ho mandato al mio amante il link della tua rubrica con la risposta a TEARS, e lui ha proposto alla moglie di aprire la coppia. Dice che lei ha “pianto come una fontana”. Sul momento ho provato compassione per entrambi, ma poi mi è venuto il sospetto che lei lo stia manipolando. Sto pensando di ricominciare a fare sesso con lui. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu.

Se vuoi ricominciare a scopartelo, TOO, puoi farlo senza architettare giustificazioni opportunistiche e senza screditare la moglie. Riepilogando: lei è scoppiata a piangere quando le è stato chiesto di aprire la coppia – cosa che lui per conto suo aveva già fatto, come lei forse sospetta (donde le lacrime), e che molti prendono come un segno che il matrimonio sta per naufragare, come forse lei teme (donde le lacrime). Sentirsi chiedere di aprire la coppia può avere un effetto sconvolgente, TOO, specie per chi ha figli piccoli. Credo quindi che tu debba concedere a questa donna che non hai mai conosciuto, e che non ti ha fatto nulla di male, il beneficio del dubbio, e considerare la sua reazione come uno sfogo emotivo, non come una manipolazione.

Quanto al sesso programmato…

Il sesso programmato può essere tante cose: bello, fantastico oppure tremendo… proprio come il sesso spontaneo. Ma di certo non è uno “stupro consensuale”, TOO. Proprio come esistono buoni motivi per decidere di sposarsi (e voler mettere su famiglia con una persona che ti piace è un ottimo motivo) e per decidere di procurarsi il sesso fuori del matrimonio (e aver fatto l’errore di sposare una persona che non vuole scopare con te è un motivo piuttosto comune), esistono buoni motivi per cui una coppia può scegliere di fare sesso in momenti prestabiliti. Molti sessuologi e consulenti di coppia, sia maschi sia femmine, consigliano alle coppie sposate che hanno preso una deriva platonica di programmare il sesso, ed è un espediente che in molti casi aiuta a ritrovare l’intesa sessuale.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

E poi dai, TOO, non devo certo spiegare a te, che da cinque anni vai a letto con un uomo sposato, che il sesso programmato può essere bello e consensuale. Il sesso tra amanti può capitare in maniera spontanea la prima volta – cogliendo una palla al balzo – ma tra amanti stabili è estremamente raro che sia spontaneo. Per far durare una relazione extraconiugale cinque anni bisogna creare le occasioni: ci si deve accordare per incontrarsi, far coincidere le trasferte di lavoro, darsi appuntamento in camere d’albergo. Quello tra amanti è sesso programmato.
Se da una parte il sesso programmato può riaccendere l’intesa in certe coppie sposate, ed è ciò che rende possibile avere un amante, dall’altra non può compiere miracoli. Se il legame sessuale manca fin dall’inizio, come nel caso del tuo amante e di sua moglie, non sarà certo il sesso programmato a crearlo per magia. Se un coniuge non è più attratto dall’altro, o uno dei due perde interesse per il sesso, se il sesso diventa impossibile o doloroso, e in più chi ha perso interesse si rifiuta di intervenire (come nel caso del marito di TEARS, che non voleva prendere farmaci per la disfunzione erettile), il sesso programmato non è d’aiuto. Può anzi peggiorare la situazione, tra le ansie del coniuge che non vuole fare sesso e il senso di ulteriore rifiuto provato dall’altro che percepisce quell’ansia.

Come dicevo a TEARS nella risposta che ti ha spinto a scrivermi, TOO, troppi psicologi e consulenti di coppia vedono il sesso programmato come un rimedio universale. A discolpa di psicologi e consulenti, va detto che spesso entrambi i coniugi attribuiscono il problema ai troppi impegni: hanno dei figli, una vita frenetica, non trovano il tempo. Spesso però uno dei due non dice la verità; non è che non trova il tempo, è che non gli va. Dichiarare ad alta voce di non essere più attratti dal coniuge, o ammettere di non esserlo mai stati può essere difficile, e questo perché 1) è una cosa che non ti puoi rimangiare; 2) nessuno vuole ferire la persona che ama (non voler scopare ≠ non amare); e 3) dato che per la maggior parte delle coppie sposate, specie se etero, aprire il rapporto è fuori questione, se per l’altro coniuge è fuori questione l’astinenza, il matrimonio è destinato a finire. Ne consegue che a volte il partner non interessato al sesso coniugale preferisce fingere di voler risolvere – e sorbirsi del pessimo sesso programmato – che dire la verità.

Detto tutto ciò, TOO, il tuo amante e sua moglie vogliono entrambi far funzionare il loro matrimonio. E ripeto: se vuoi ricominciare a scopare con il tuo amante, secondo me puoi farlo, e forse dovresti; di rado viene riconosciuto all’“altra” il merito di aver salvato un matrimonio, eppure a volte è proprio quello che accade. Quest’uomo ama sua moglie (in modo assai imperfetto), lei ama lui (come sopra), vogliono bene ai figli e ci tengono a tenere la famiglia unita. Al tuo amante però serve anche, ogni tanto, scoparsi qualcuno che abbia voglia di scoparselo, TOO, e può amarti per questo e amarti in generale. Io però ti inviterei a resistere all’impulso di giustificare le tue scelte facendo congetture sulla moglie. Non sei nella posizione di poter giudicare la sincerità dei suoi sentimenti verso il marito, che probabilmente sono complicati e contrastanti come i tuoi.

Se decidi di proseguire questa relazione, TOO, devi accettare il fatto che questa donna – quest’altra – ama il marito tanto quanto lo ami tu, se non di più. E se proprio non vuoi essere l’altra, se vuoi essere amata pubblicamente da un uomo che sia libero di sposarti, sul pianeta ci sono quattro miliardi di altri uomini tra cui scegliere.

P.S. Si fottano Brett Kavanaugh e la corte suprema. E mi dispiace tantissimo che la tua prima esperienza sessuale sia avvenuta senza il tuo consenso, mi dispiace tantissimo che tu sia stata violentata, e sono molto contento che tu abbia trovato uno psicologo in grado di aiutarti.

***

Sono un gay di 43 anni rimasto vergine, single e non dichiarato fino ai 38, quando ho avuto il mio primo rapporto sessuale con un uomo. Ho cominciato la mia prima relazione seria nel 2020, durante la pandemia; non ha funzionato, principalmente per via del sesso, e dopo un anno ci siamo lasciati. Circa sei mesi dopo ho conosciuto un altro. Stavolta il sesso era fantastico, e abbiamo deciso di essere esclusivi. A distanza di due anni, la monogamia comincia a starmi stretta. Credo proprio che i nostri desideri non combacino. Penso in continuazione di lasciarlo, ma non trovo mai il coraggio di farlo. Per lui provo attrazione e repulsione insieme. Ho qualcosa che non va? Perché non riesco a far durare una relazione? Cosa devo fare?

– Worrying Over Endings.

Non importa a che età un uomo si scopre gay, WOE, sul piano emotivo regredisce comunque ai quindici anni: prende cotte mostruose per i bei ragazzi, non sa bene cosa vuole, e fa gli stessi errori che fanno gli adolescenti. Perciò, anziché pensare di avere alle spalle due relazioni adulte fallite, WOE, devi pensare di esserti messo seriamente con due ragazzi che ti piacevano tanto mentre eri ancora, per così dire, un gay acerbo: quando hai conosciuto il tuo primo fidanzato serio avevi (emotivamente!) sedici anni, e quando hai conosciuto il secondo ne avevi (emotivamente!) diciotto. Grazie a queste relazioni formative, hai imparato due cose importanti: che il sesso per te conta molto, e la monogamia no. Ora che emotivamente stai per compiere vent’anni, è giunto il momento di trovare un uomo che voglia le tue stesse cose.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger. Inviate le vostre domande a mail@savagelove.net.

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