Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Cari lettori: questa settimana, invece di frugare in tutte le email ricevute, ho preso le prime cinque domande e ho risposto nell’ordine in cui mi sono arrivate.
–Dan

Sono un uomo. Al lavoro ho conosciuto una donna nepalese bellissima. Il collega che ci ha presentati mi ha detto sostanzialmente che questa donna aveva un matrimonio infelice. Abbiamo cominciato a trascorrere del tempo insieme, e ora ci frequentiamo da quasi tre anni. Tutti i miei conoscenti sanno di lei (e che è infelice con il marito), ma la nostra frequentazione è perlopiù un segreto fra i conoscenti di lei, di cui sono al corrente solo pochi amici fidati. Al lavoro devo far finta che non siamo intimi, e per questo mi sento come un’ombra.

Lei non ha figli, e ha detto al marito che vuole il divorzio, cosa che lui non ha accettato. A lei non serve il consenso di lui – potrebbe divorziare comunque – ma è molto restia a farlo. L’unica cosa che hanno in comproprietà è la casa, mentre tutto il resto è intestato a lui. Quasi tutti i suoi amici, anche loro nepalesi, le hanno detto che non ci si può fidare degli uomini bianchi, e fatico a dissentire, data la storia della nostra nazione. In più le stanno dicendo che fare un figlio insieme al marito migliorerà il loro rapporto. Io lo trovo il peggior motivo possibile per fare un figlio, soprattutto visto che il tizio in questione è uno bastardo violento.

Io amo questa donna. Mi fa battere il cuore ogni volta che la vedo. È gentile, piena di compassione, intelligente e sexy. Però a distanza di tre anni ancora non ce la fa a lasciare il marito. Capisco quanto è difficile, lei ha tantissimo da perdere, ma io la amo e voglio stare con lei sempre. Però non voglio spingerla a fare nulla se lei non è pronta, o se non vuole. Se lo facessi non sarei migliore di tutti gli altri uomini che ha avuto nella vita. Ma comincio a pensare che la nostra unione non si realizzerà mai. Lei ogni sera va a dormire nel loro letto. Lui segue tutto quello che fa e dove va. Non so bene quanto riuscirò ancora a pazientare. Sono stanco di fare il fidanzato-ombra, mentre lei continua a fare la mogliettina e dobbiamo fingere di essere solo amici. Devo chiudere questa relazione? Sono un idiota a pensare che lei prima o poi lo lascerà?

–Leaving Isn’t My Best Option

Non so bene cosa c’entrino il tuo essere bianco o il suo essere nepalese, Limbo, ma questa è una domanda che ricevo di continuo. Stavolta i sessi sono invertiti – in genere è la donna che sta appesa a un uomo sposato – ma la tua situazione è molto diffusa. E dato che sei un lettore assiduo di almeno una rubrica di consigli (cioè la mia), quasi sicuramente avrai già letto domande come questa, Limbo, e riceverai la stessa risposta di tutti gli altri: se lei avesse voluto lasciare il marito per te – cosa che non vuole fare – a quest’ora lo avrebbe già fatto.

Immagino che tu non abbia potuto verificare per conto tuo se la tua ragazza abbia effettivamente chiesto il divorzio al marito, Limbo, il che significa che devi fidarti della sua parola. E come fanno sempre notare i commentatori in questa e altre rubriche di consigli, la parola di chi tradisce non vale granché. E i motivi che lei ha addotto per non voler lasciare il marito – ha solo la casa intestata, lui non vuole dare il consenso – sembrano più scuse che altro. Se vivono in regime di comunione dei beni, a lei spetta la metà di tutto, compresi i beni intestati a lui, e per divorziare non le serve il consenso del marito.

Ora, può anche darsi che lei abbia paura di lasciarlo – che abbia il timore legittimo di un gesto violento o di ripercussioni sociali nella sua comunità – ma anche se i suoi motivi per restare accanto al marito sono comprensibili (per quanto assai tristi), come tutti gli amanti, Limbo, sta a te decidere se sei disposto ad accontentarti di quello che lei può darti. Se essere “l’altro” ferisce la tua dignità, devi lasciarla. Se invece la ami troppo per poterla lasciare, dovrai rassegnarti al ruolo “dell’altro”.

Francesca Ghermandi

Io e mio marito – etero, cis, e trentenni – siamo molto felici insieme, ma la nostra vita sessuale non ha mai davvero “ingranato”. Nella vita quotidiana siamo ottimi amici e ci piace molto scherzare. Sulla carta il sesso dovrebbe funzionare alla grande: siamo attratti l’uno dall’altra e abbiamo fantasie sessuali simili, perlopiù su dinamiche dom/sub. Ci piace lo stesso tipo di porno, per dire. Il sesso che facciamo di solito è abbastanza bello, ma è anche molto ordinario. Io ho più esperienza di lui con il sesso kinky, ma sempre da sub con un dom esperto. Non siamo mai riusciti davvero a portare in camera da letto il nostro comune interesse per il d/s. Credo che in parte sia perché non sappiamo da dove cominciare, e in parte perché è difficile staccarci dalla realtà. Abbiamo provato a giocare con il bondage, per esempio, ma non l’ho trovato particolarmente sexy perché era lui a legarmi e siccome so che non mi farebbe mai davvero del male, mi sembra tutto un gioco. Consigli?

–Been Dithering Since Marrying

Immagina questa scena, Bdsm: tu e tuo marito siete legati insieme – magari tu sei bloccata al letto e lui a una sedia – mentre il dom professionista che avete ingaggiato (oppure il dom dilettante che avete conosciuto a un munch) vi minaccia, per gioco ma in modo plausibile, di “fare del male” a entrambi. Ci vorrà qualche sforzo per trovare un ospite speciale che non solo condivida la vostra passione per le dinamiche dom/sub, ma a cui piaccia anche giocare con le coppie, ma chiamare i rinforzi per il sesso kinky – appaltare il ruolo dominante a qualcuno che potrebbe (ma non vorrebbe) farvi davvero del male – potrebbe essere l’espediente che aiuta te e tuo marito a vivere il sesso kinky in modo più plausibile quando siete solo voi due. Oppure potresti scoprire che per te il bondage e il gioco d/s non funzionano nel contesto di una relazione impegnata, Bdsm, e dovrai continuare a invitare questi ospiti speciali se vuoi continuare a goderti le dinamiche dom/sub.

Sono un uomo etero che va per i cinquanta, sposato con una donna etero quarantenne. Siamo sposati da sedici anni e abbiamo due figli piccoli. La nostra vita sessuale è a dir poco insoddisfacente. Non mi aspetto che migliori, dato che mia moglie non ha molto appetito sessuale e non è granché disponibile, se non per la penetrazione vaginale una volta alla settimana, esclusa quella in cui ha il ciclo. Lei è molto ordinaria, e il sesso è sempre la stessa roba, più o meno alla stessa ora e sempre nella stessa posizione. Ho passato anni a cercare di farla aprire, ma lei mi ha dato due scelte: o accetto la nostra vita sessuale così com’è, o divorziamo e passiamo oltre. Io sono soddisfatto degli altri aspetti del nostro matrimonio – amo davvero mia moglie – e non voglio vivere lontano dai miei figli né dividere la nostra famiglia. Il desiderio di una vita sessuale appagante è abbastanza per mandare all’aria tutto il resto? Sono io lo stronzo? Devo farmene una ragione per amore della mia famiglia? Ti prego, aiutami.

–Desparing In Maryland

È sempre il partner che vuole più sesso o una maggiore varietà sessuale che si sente dire – dal coniuge, dal consulente di coppia di vedute ristrette, e a volte perfino da se stesso – che chiedere più sesso o più varietà significa rischiare di “mandare all’aria tutto il resto”. Ma non si potrebbe dire lo stesso di tua moglie? Rifiutando di prendere in considerazione qualsiasi aggiunta al menù sessuale – rifiutando di farsene una ragione – non rischia anche lei di mandare tutto all’aria?
Ora, io non voglio che nessuno faccia sesso controvoglia per salvare il suo matrimonio – figurarsi – ma se mio marito fosse così scontento della nostra vita sessuale da prendere in considerazione l’idea di andarsene o di tradirmi, io mi sentirei motivato a cambiare qualcosa. E se non volessi scoparmi il coniuge più di una volta alla settimana, o non volessi proprio scoparmelo mai più, lo libererei dal vincolo della monogamia e gli darei il permesso di appagare altrove alcune delle sue esigenze sessuali, o anche tutte, per evitare, appunto, di mandare all’aria tutto il resto. Purtroppo, Dim, non sei sposato con me, perciò la tua scelta è farsene una ragione, oppure mandare all’aria il resto.

Sono una casalinga madre di tre figli, l’ultimo dei quali sto ancora allattando al seno. Vivo in una zona quasi di campagna, con mio marito e mia suocera, che è inferma e ha sempre più bisogno di cure. Io e mio marito siamo bravissimi a fare i genitori e a occuparci della casa, della famiglia e degli altri impegni. Però le cose non vanno altrettanto bene sul versante sessuale e romantico, e nessuno di noi due si è sforzato molto per rimediare. Ne abbiamo parlato, e abbiamo accettato il fatto che difficilmente le cose cambieranno, dato che siamo tutti e due sfiniti, tra il lavoro di assistenza a quello necessario per pagare le bollette. A volte mi sembra una resa – se volessimo dare la priorità al sesso, non dormiremmo insieme ai bambini – e prima di avere figli non eravamo monogami. Io però non ho un momento di intimità sessuale da più di un anno, e sono proprio stufa di masturbarmi. Sono pronta a conoscere qualcuno. Voglio trovare un amante regolare a cui vada frequentarsi un po’ e scopare un paio di volte al mese. I tipi che trovo qui in zona sulle app di incontri fanno solo finta di essere non monogami o poliamorosi, oppure sono gli stessi che scarto da sei anni. Vorrei tanto trovare un papà kinky e femminista che sia davvero poli e a cui vada una frequentazione lunga. Hai idee su come trovare questo unicorno? Devo continuare a usare le app e allargare il raggio fino alle città più grandi che sono a due ore da qui? Oppure mi arrendo e accetto la mia vita senza più sesso?

–Touched-Out Underfucked Cis Hets

Continua a usare le app (non sai mai chi potrebbe trasferirsi nella tua zona), allarga un po’ il raggio (un buon cazzo vale il viaggio) e ricordati ogni mattina (oppure ogni volta che ti masturbi) che stai giocando una partita lunga. Perché quando si presenterà il tizio giusto, Touch, che si trovi a due chilometri o a due fusi orari di distanza, non avrai il tempo di saltare su quel cazzo femminista e poliamoroso finché non avrai finito di allattare il pupo, o finché non sarà morta tua suocera. Concediti il permesso di cogliere l’occasione quando si presenterà – quando tutti i pianeti saranno allineati – e vedrai che questo renderà un po’ più sopportabile l’attesa.
Ps. Se hai voglia di riprendere la vita sessuale con tuo marito, toglietevi quei bambini dalla camera da letto, Touch.
Pps. Ovviamente dovrai anche parlare con tuo marito del vostro rapporto e verificare che il vostro patto di non monogamia sia ancora valido.

La mia relazione di ventisette anni si è conclusa qualche anno fa con il divorzio. Io l’ho superata quasi del tutto, ma ancora ce l’ho un po’ con mio marito che a 57 anni mi ha lasciato per un ragazzino di 19. Vabbè. A me sono toccati la casa, le auto e i cani. Ora sono davvero molto più felice. Ecco il mio dilemma: quando stavamo insieme, lui era un papà straordinario e affettuoso per i nostri cani, che amava alla follia. Nei cinque anni trascorsi dalla separazione, non ha mai chiesto una volta di venire a trovarli (anche se le visite ai cani erano previste dal nostro accordo di divorzio), e le poche volte in cui gli ho chiesto di venire a controllarli quando dovevo viaggiare lui si è rifiutato, allegando impegni con il nuovo fidanzato (oggi marito). Ora uno dei cani sta quasi per passare a miglior vita. Faccio la cosa più giusta e gli offro un ultimo momento insieme al cane? Oppure gli mando solo la parcella del veterinario a cose fatte?

–Following Intensly Dan’s Opinion

Fa’ la cosa più giusta e dì a quello stronzo del tuo ex marito che il tuo cane sta morendo. (Dico “tuo” anziché “vostro” perché sul cane, in base ai vostri accordi, il tuo ex avrà pure dei diritti legali, ma si è giocato da un pezzo qualunque diritto morale). Da quel poco che mi hai raccontato, Fido, sembra che tu abbia avuto una condotta ammirevole da quando tuo marito ti ha lasciato per uno che forse non aveva neanche l’età per bere champagne la sera delle nozze. Se fossi in te, Fido, non cederei un millimetro di superiorità morale: informerei il mio ex marito che il “nostro” cane sta morendo, anche solo per negare a lui e al suo attuale marito la soddisfazione di potersi dire che sono più stronzo di loro.

(Traduzione di Francesco Graziosi)

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