Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Cari lettori: leggere e ancora di più scrivere una rubrica di consigli sessuali in un momento come questo potrà sembrare un po’ inutile. Ma ho vissuto abbastanza a lungo da sapere che le distrazioni gradite, le piccole consolazioni e i piaceri proibiti hanno la capacità di tirarci su nei momenti brutti. Prendersi un momento per una rubrica di consigli sessuali – così come ascoltare o creare musica, oppure guardare o produrre porno – non equivale a essere indifferenti o complici. A meno che non abbiate votato per quello lì, e in quel caso potete andarvene riccamente a fare in culo. Sono le piccole cose, le piccole gioie, a permetterci di restare sani di mente, a tenerci uniti, a farci andare avanti. Insomma, questa settimana sedermi a scrivere la rubrica mi ha risollevato l’umore. Spero che leggerla lo risollevi anche a voi.

P.s. Tutte le lettere che seguono sono arrivate a ridosso o poco dopo le elezioni statunitensi, perciò alcune, ma non tutte, riguardano il voto. Ho risposto nell’ordine in cui le ho ricevute. Se siete stufi di sentir parlare di questo argomento, passate pure direttamente alle ultime due domande sul sesso, che è ancora la migliore distrazione, la migliore consolazione e il miglior piacere che esista.

Sono in preda alla disperazione. Non riconosco più il mio paese. Sto pensando di trasferirmi da qualche altra parte. Tu che cosa consigli?

– Election Night Blues

Consiglio di smettere di usare la frase: “Noi non siamo così”. Potevamo ancora dirlo quando Hillary Clinton ha vinto il voto popolare ma ha perso le elezioni, e quando George W. Bush ha perso il voto popolare ma ha vinto le elezioni. Ma Trump ha vinto sia il voto popolare sia le elezioni in generale. Quindi sì, siamo così eccome, almeno in questo momento.

In ogni caso, se vent’anni fa mi avessero detto che un giorno il conduttore di un reality show, nonché stupratore seriale con un water d’oro, avrebbe nominato la maggioranza dei giudici della corte suprema, com’è probabile faccia Trump prima dello scadere del suo secondo mandato, io sarei emigrato. Andarsene, però, che si tratti di mollare un coniuge stronzo o un paese di merda, è sempre più facile a dirsi che a farsi. Perciò faremo quello che si ritrova a fare la maggior parte delle persone che vivono una relazione di merda: resteremo qui a combattere.

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È la mattina dopo le elezioni e sto singhiozzando per quello che succederà e per quello che tutti noi abbiamo perso. Poi ho pensato alla mia famiglia e al nostro figlio più piccolo. È nato femmina diciannove anni fa, e da tre ha cominciato il percorso di transizione. Ho paura per lui. Il mio primo pensiero è stato quello di supplicarlo di tornare femmina, dato che non ha ancora preso inibitori ormonali né si è sottoposto a interventi chirurgici. Mi sento una persona orribile ad aver pensato questo come prima cosa. Voglio che lui viva la sua identità più autentica, ma come madre ho a cuore innanzitutto la sua sicurezza. Il mio secondo pensiero è stato quello di fargli rinnovare il passaporto, così da poterlo mandare all’estero senza problemi se necessario. Tu che ne pensi?

– Super Upset Mom

Io ho intenzione di restare a combattere – almeno per il momento – ma non di farmi scadere il passaporto. Perciò appoggio completamente la tua idea di far rinnovare il passaporto a tuo figlio, Sum. Il giorno dopo le elezioni l’avvocata Diana Adams, fondatrice del Chosen family law center, ha pubblicato un thread su X con tantissimi consigli pratici per le persone queer che temono giustamente per i propri diritti e la propria incolumità fisica all’indomani delle elezioni. Adams raccomanda in particolare alle persone trans come tuo figlio di rinnovare passaporto, documenti di previdenza sociale e carta d’identità in modo che su tutti figuri lo stesso nome e lo stesso genere. Se hai bisogno di aiuto per farlo, puoi trovare ulteriori informazioni e chiedere assistenza legale al Chosen family law center.

P.s. Se fai parte di quel 70 per cento di cittadini statunitensi senza passaporto, direi che è arrivato il momento di farlo.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Se tu fossi il padre di un adolescente transgender, in quale parte del mondo vorresti vivere? Dove possiamo trovare assistenza sicura per l’affermazione di genere e un livello di intolleranza relativamente basso?

– Scared And Distressed

“Dunque, secondo me è una questione complicata”, dice Brianna Wu, attivista democratica e conduttrice di Dollcast. “Dal punto di vista legale il Massachusetts, che è il mio stato, sarebbe ottimo per la famiglia di Sad. O anche la California o l’Illinois. Va però considerato anche l’aspetto sociale, e quella che ho visto nel mio stato è una cultura che non aiuta la gioventù trans a fiorire, perché non le chiede di maturare una libertà e un’autonomia di pensiero e azione. Chiaramente la priorità è trasferirsi in un posto in cui un figlio può ricevere la terapia ormonale di cui ha bisogno. Su questo tutti e tre gli stati citati sono ottimi. Non sottovalutare però i rischi di una cultura che può radicalizzare un figlio, spingendolo verso un tipo di attivismo trans che a lungo andare non gli sarà utile”.

Se però vuoi andartene dal paese – e in quel caso non ti do torto – l’ultimo Global acceptance index stilato dal Williams institute indica come i luoghi migliori per le persone lgbt+ l’Islanda, la Svezia, la Norvegia, i Paesi Bassi e il Canada. Quest’ultimo però tienilo d’occhio: tra un po’ ci saranno le elezioni e la destra fascista canadese sta imitando quella statunitense su molte questioni, prendendo di mira le persone trans e queer.

Seguite Brianna Wu su X.

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Sono una noiosa signora di mezza età bianca, etero e cisgender, alleata della comunità lgbt+ fin dal giorno in cui ho capito cosa accidenti volesse dire. Queste elezioni mi hanno scossa per tanti motivi, ma una cosa che non mi è aspettavo è stata il mancato appoggio a Kamala Harris da parte degli uomini gay. Non necessariamente al momento di votare, ma dopo. Mi sono passati davanti agli occhi numerosi reel di TikTok e Instagram in cui si dicevano cose tipo “Vuol dire che almeno eleggeremo Pete Buttigieg nel 2028”. Ma davvero i gay odiano le donne tanto quanto gli etero? Sono davvero scossa.

– Seriously Heartbroken About This

Tu hai il cuore a pezzi, io pure, però risparmiami queste stronzate, Shat. Mancato appoggio da parte dei gay? Dal 2020 al 2024 la quota lgbt+ dei voti ricevuti da Trump (compresi quelli dei gay) è crollata: dal 27 al 12 per cento. Il fatto che due social network, progettati per tirare su polveroni e trarne profitto, siano riusciti a far circolare qualche video di uomini gay che dicono cose indelicate (o premature), non è la prova che i gay odiano le donne “tanto quanto” i maschi etero.

Quelli con cui dovremmo prendercela di più sono gli elettori di Trump, Shat, non quelli che gli hanno votato contro più o meno in blocco. Se vuoi avercela con degli uomini, prenditela con la maggioranza degli etero che hanno votato per Trump e non con la stragrande maggioranza di gay che gli ha votato contro. E ti assicuro che Pete Buttigieg non sarà il candidato democratico alle elezioni del 2028.

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Quest’estate, durante una puntata di Lovecast, hai chiesto ai tuoi ascoltatori di condividere le loro più belle storie di sesso per distrarsi un po’ dall’attualità. Ora mi sembra un buon momento per raccontare la mia. Nella British Columbia, mentre guardavamo le prime proiezioni elettorali ho avuto un incantevole primo appuntamento con un potenziale unicorno bisessuale per me e il mio partner. In tredici anni passati insieme io e lui non abbiamo mai fatto sesso a tre. Il tizio che ho conosciuto, l’unicorno maschio, sembra molto tenero. Durante il nostro appuntamento si è scambiato foto del cazzo con il mio partner (che era rimasto a casa con i bambini), e l’idea di avere un ospite speciale nel weekend ci ha reso un po’ più sopportabile il resto di questa settimana angosciante.

– Scheduling Our First Threesome

Come chiunque abbia letto la tua lettera, Soft, sono invidioso. Non perché questo fine settimana farai sesso a tre – cioè, anche per quello – ma perché invece di trascorrere la sera delle elezioni sul divano a guardare i risultati l’hai passata uscendo con un bono bisessuale. E anche se non mi hai chiesto consigli, Soft, voglio dartene qualcuno lo stesso.

Quattro dritte veloci per la riuscita del tuo primo incontro a tre mfm, da uno che durante un incontro simile ci ha perso la verginità.

A un certo punto ogni cosa a tre diventa una cosa a due. Quando succederà, invece di dare di matto, goditi lo spettacolo per qualche minuto e poi ributtati in mezzo.

Tutti e tre dovete concordare espressamente che chiunque può chiedere una pausa, in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo. E siccome è più facile riprendere dopo una pausa chiesta più per spaesamento che per rabbia, non esitate a farlo. E sì, si può chiedere una pausa se la cosa a due va avanti troppo a lungo.

Siate chiari, in coppia e con l’ospite speciale, su cosa c’è sul piatto e cosa no. È vietato riaprire le trattative una volta cominciato l’incontro.

In genere, dopo un incontro a tre, una coppia ha bisogno di stare un po’ da sola per rilassarsi, parlare e confrontarsi. Detto questo, è maleducazione buttare subito fuori di casa l’ospite. Se le cose sono andate bene, potete e dovete offrirgli qualche coccola, una doccia e del gelato.

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Io e il mio fidanzato stiamo insieme da circa un anno e mezzo. La prima volta che ci siamo messi insieme ho infranto il nostro patto di monogamia facendo sesso con il mio ex e ci siamo lasciati (io e il mio fidanzato). Mi sono presa tutte le mie responsabilità, era proprio colpa mia, e alla fine siamo tornati insieme. Ora le cose vanno molto meglio! Il sesso va alla grande! Il rapporto pure! E il nostro patto è più realistico: siamo monogami, con il permesso di chiedere il permesso se uno dei due vuole fare sesso con qualcun altro. Ecco la mia domanda: quando ci siamo lasciati il mio fidanzato ha raccontato ai suoi che gli avevo messo le corna. Io con i miei ho un ottimo rapporto, ma certe cose non si raccontano ai genitori! Dio santo! Fatto sta che adesso i suoi sanno che gli ho messo le corna. Stiamo di nuovo insieme, le cose vanno bene e una volta i genitori li ho incontrati, ma per pochissimo. C’è per caso qualcosa che dovrei fare? O dire? Qualsiasi cosa. Mi vedranno sempre come la ragazza che ha messo le corna al figlio? Sarò sempre considerata una traditrice? Ho l’impressione che, quando mi siederò davvero insieme a loro, mi sentirò incredibilmente in colpa e a disagio. Che devo fare?

– Aggravated Resentful Girlfriend Here

P.s. Chi è che va a raccontare ai genitori che la sua ragazza gli ha messo le corna e che quello è il motivo per cui si sono lasciati?

A discolpa del tuo fidanzato, Argh, quando lui ha raccontato ai suoi che tu gli avevi messo le corna non eri la sua ragazza, ma la sua ex. Dato che quando vi siete lasciati non vi stavate frequentando da tanto, immagino che il tuo fidanzato fosse entusiasta di questa nuova storia e che abbia detto della sua nuova partner ai genitori un po’ prima di quanto farebbe di solito un figlio adulto, e quando poi si è ritrovato di colpo nuovamente single, ha pensato che doveva ai suoi una spiegazione e ha deciso di dirgli la verità. E non lo ha fatto per mandare all’aria il tuo rapporto con i suoi, Argh, perché non pensava proprio che lo avresti mai avuto.

In ogni caso non hai nessun controllo su cosa pensano di te i suoi genitori, né su quali riserve o quali giudizi nascosti abbiano nei tuoi confronti. Però, scontando la pena con buona condotta, puoi sempre ingraziarteli. E se il tuo fidanzato ha con i genitori quel tipo di rapporto per cui gli dice tutto, probabilmente gli avrà già anche detto perché ha deciso di rimettersi con te, Argh, e se loro avevano delle riserve, lui avrà già risposto anche a quelle. Speriamo che tu abbia con il tuo fidanzato quel tipo di rapporto che ti permette di chiedergli cos’ha raccontato ai suoi quando si è rimesso con te.

Per finire, Argh, è statisticamente molto probabile che il padre del tuo fidanzato abbia messo le corna alla moglie, o viceversa, o che se le siano messe a vicenda, superando la cosa. Magari il tuo fidanzato non sa se il matrimonio dei suoi genitori è sopravvissuto a un tradimento – e loro non muoiono dalla voglia di dirglielo – ma è una possibilità che non puoi escludere.

Perciò, se può farti stare meglio in vista del primo vero incontro con i genitori del tuo fidanzato, hai il mio permesso di immaginare che uno dei due si è trovato nei tuoi panni, cioè quelli del traditore pentito.

(Traduzione di Francesco Graziosi)

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